ALBA (CN) | Coro della Maddalena | 13 settembre – 9 novembre 2014
di VIVIANA SIVIERO
Arte diffusa sul territorio, fruibile dallo spettatore come fosse un arredo urbano di qualità emotiva oltre che fisica: un concetto che mai si penserebbe di poter raccontare riguardo una piccola e deliziosa cittadina del Piemonte, Alba, che grazie all’opera incredibile dei Ceretto – filantropi ed amanti del bello, noti per i pregiati vini di Langa che producono, – si sta arricchendo di opere di grande valore e di iniziative che è già difficile incontrare nei grandi centri dove ancora si consumano pane ed arte all’ora dell’aperitivo. Così le piccole realtà si riscattano, diventando veri e propri gioielli capaci di fondersi col tessuto cittadino, espressioni messe a disposizione del passante in modo che il quotidiano entri nell’arte e l’arte, a sua volta, divenga quotidiano.
Semplicemente inascoltati debbono restare i commenti ignoranti di chi si aspetta una mostra in stile “Palazzo Grassi vecchia maniera”. Qui si parla d’altro, di una merce più rara in questi giorni di buio culturale; del desiderio di una famiglia di investire le proprie energie (e non solo) in un’idea di mondo migliore. È ormai noto l’amore che porta all’ormai consolidato continuo fra i Ceretto e l’arte contemporanea: oltre a vari interventi in noti locali della cittadina e alla meravigliosa opera elaborata da Sol LeWitt e David Tremlett nel ’99 a partire dalla Cappella della SS. Madonna delle Grazie a Brunate, La Morra (che serviva storicamente per riparare i braccianti della zona in caso di maltempo), ogni anno la famiglia sembra aver trovato un modo davvero meraviglioso per “riposarsi” dalle fatiche della rinomata azienda vitivinicola che porta il loro nome e cioè organizzare mostre temporanee, con l’aiuto del curatore Bill Katz e l’entusiasmo attivo di artisti rinomati a livello internazionale. Nel 2012, la collettiva intitolata Americans registrò più di 20.000 visitatori così come la successiva dedicata ad Ellsworth Kelly.
Quest’anno la scelta è caduta sul grande maestro tedesco Anselm Kiefer, che ha portato un’opera particolare dal titolo Der Rhein (il Reno) allestita, dal 13 settembre, nella suggestiva aula del Coro della Maddalena di Alba.
Kiefer, come sempre, mette in essere una grande scenografia che – grazie alle potenti gestualità materiche segnate da un tratto graffiante ed altrettanto meditativo – coinvolge lo spettatore in un’esperienza che va oltre la mera visione di un’opera.
Otto grandi tele sono state collocate in maniera sinuosa eppure pungente al centro dello spazio: lo spettatore, per vivere l’opera, è costretto a percorrere lo spazio lasciato vuoto dall’opera stessa, che volutamente non è stata collocata alle pareti del coro dell’antica Chiesa; uno spazio affascinante ma anche inattuale che stride con l’attualità sempiterna di un fiume, utilizzato talvolta addirittura come metafora dell’eternità capace di modificarsi grazie all’adattamento. È proprio questo che aumenta quella mescolanza di elementi capaci di generare un gap emozionale molto intenso proprio a partire dall’opera che ne è centro e cuore. Una pittura infatti quella di Kiefer, che si avvicina all’universo esperienziale della scultura non solo per la sua natura materica ma soprattutto per il tipo di fruizione che se ne può godere: come uno degli elementi creati da madre natura impone delle regole. In questo caso il Reno – elemento consueto nelle opere dell’artista – deve essere in qualche modo aggirato, proprio come il fiume possente, nella realtà delle cose, pone un confine quasi invalicabile per gli occhi di un bambino che scrutano l’orizzonte. Sarà l’esperienza di crescita dettata dallo scorrere del tempo e della storia a fare in modo di trovare le chiavi affinché questo limite liquido ed avvolgente possa in qualche modo essere superato, insinuandosi come elemento metaforico capace di evocare altro, come ad esempio il vincolo di successione che intercorre fra Romanticismo e successivo movimento nazionalista (a detta della critica infatti «il fiume diventa rappresentazione del flusso della natura e del suo modificarsi con l’azione umana, soprattutto quando questa è guidata da totalitarismi come nel nazismo»).
Ci si potrebbe chiedere ancora, ottusamente, il perché del Reno in Langa: nessuno se si cerca di saziare gli occhi per un attimo con la visione di un’opera che il consenso di massa ha reso famosa e che, quindi, è imperdibile per i più… La vera grandezza dell’operato dei Ceretto e del Comune di Alba suo alleato, sta nel fatto che non si ceda alle sciocche pressione del quotidiano e a quelle che possono sembrare necessità da “tempi di crisi”. La supportiamo nel percorso non sempre facile della scelta di qualità colta ma accessibile e in quella di artisti e di lavori autentici e genuini, che risultino di crescita per tutti: per lo spettatore che ha voglia di ascoltare, per l’artista che si trova ad affrontare una nuova sfida e ad un territorio che si arricchisce di un’eleganza e di un pregio impagabili. Le opere scelte dai Ceretto rappresentano un passaggio importante e sincero di artisti internazionali che stanno vivendo gli stessi nostri tempi con tutte quelle necessità espressive che li rendono grandi. L’opera di Kiefer ad Alba è assolutamente da vedere perché testimonianza di una tappa evolutiva di un artista che è già patrimonio della storia e non semplice nutrimento per un istante di un paio d’occhi famelici qualunque…
Anselm Kiefer. Der Rhein/ Il Reno
13 settembre – 9 novembre 2014
Coro della Maddalena
Via Vittorio Emanuele II n. 19, Alba
Info: www.ceretto.it