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TORINO | Oval Lingotto | sabato 2 novembre 2024

Intervista a MARIA ROSA SOSSAI di Francesca Di Giorgio 

La Collezione Fasol non ha certo bisogno di presentazioni così come chi l’ha costituita in oltre mezzo secolo di passione pura per l’arte del presente. Negli anni tante le interviste a Giorgio Fasol, sulla sua figura di collezionista e di uomo di cultura, hanno contribuito a delinearne un ruolo fondamentale all’interno del sistema dell’arte italiana. Ora, un nuovo volume, Anna e Giorgio Fasol. Una vita da collezionisti, edito da Dario Cimorelli editore, a cura di Maria Rossa Sossai e con un’introduzione di Adriana Polveroni, ricostruisce la lunga “carriera” dei coniugi Fasol che da fine Anni ’80 hanno dato vita ad AGIVerona Collection, un’associazione che porta le iniziali dei loro nomi (Anna e Giorgio) e che opera ancora oggi sugli stessi principi degli inizi: promuovere progetti dedicati all’arte contemporanea e sostenere l’attività dei giovani artisti internazionali.

Giorgio Fasol, Adriana Polveroni e Maria Rosa Sossai ad ArtVerona 2024

La prima presentazione del nuovo volume non poteva che essere ad ArtVerona, nella città dei Fasol, lo scorso ottobre, ma il “tour” di presentazioni continua e i protagonisti del volume tornano in fiera, questa volta ad Artissima Torino, per un appuntamento/incontro in programma per sabato 2 novembre
Abbiamo incontrato Maria Rossa Sossai per fissare alcuni dei punti attraversati dal volume che apre sempre scenari sul futuro come tracciati dai Fasol…

Il libro si apre con una considerazione insolita: il collezionismo come buona pratica. Dico insolita perché sappiamo quanto individualismo spesso si celi nelle diverse forme di collezionismi possibili…
Il collezionismo diventa una buona pratica quando, come nel caso della collezione AGIVerona, è un’opportunità di crescita culturale per i giovani. I 110 lavori donati e allestiti all’Università di Verona, fuori dalla loro cornice abituale – gallerie, musei, fondazioni, spazi d’arte contemporanea – possono svolgere un ruolo importante nello sviluppo di un pensiero critico, soprattutto se vengono accolte le richieste degli studenti di organizzare degli incontri con gli autori dei lavori esposti. In questo modo le opere diventano organismi viventi che chiedono di essere guardati, interrogati, che cambiano se stessi ma anche chi li guarda, agenti di cambiamento, esperienze significative e non oggetti inanimati appesi al muro da guardare di sfuggita correndo da un’aula all’altra o anche peggio, essere trasparenti. Ed è questo il messaggio che Giorgio vuole trasmettere alle giovani generazioni: amate l’arte perché vi sorprenderà per la sua capacità di dare delle risposte non solo in ambito artistico ma nella vita.

Come sottolinea Adriana Polveroni nel testo introduttivo al volume, collezionare ha a che fare con il “modo” di farlo. Ecco, qual è il modo Fasol? Si può definire?
Credo che potremmo definire il suo modo “inclusivo”, nel suo significato più autentico: Giorgio ascolta tutti, una dote diventata sempre più rara, non solo nel mondo dell’arte. E questo ascolto scaturisce dal suo reale interesse nei confronti delle persone, per sapere cosa pensano e cosa hanno da dire su questioni inerenti il mondo dell’arte e il mondo della cultura in generale. L’incontro per lui è la condizione esistenziale che lo rende felice. Un’altra motivazione è il suo desiderio inesauribile di imparare dalla gente che incontra e dalle situazioni in cui si trova. Questa sua attitudine spiega anche la sua predilezione per gli artisti esordienti.

La collezione è intesa anche come “strumento” di conoscenza. Quali sono state e saranno le azioni in questa direzione per la Collezione Fasol? 
Ecco un altro aspetto importante della sua personalità che si riverbera conseguentemente nel suo modo di collezionare. La collezione è uno strumento di conoscenza perché apre nuovi mondi; non dimentichiamo che negli ultimi decenni Giorgio si è dedicato alla scoperta degli artisti esordienti che frequentano ancora l’Accademia e che rappresentano una sfida innanzitutto per lui stesso. È una scommessa sul suo intuito che nel tempo si è rivelato infallibile. L’Università di Verona come primo atto ha vinto un bando europeo e ha mandato la dottoranda e curatrice Jessica Bianchera in una Università inglese vicino Londra a studiare un caso studio simile al Museo diffuso dell’Università di Verona. In futuro ci saranno le visite guidate alle opere della collezione condotte da giovani esperti dell’associazione culturale Urbs Picta, dei talk con artisti e studenti e un convegno.

Nel libro si attraversano alcuni momenti chiave dell’avventura collezionistica di Anna e Giorgio Fasol…
Nella prima parte del libro ho tracciato una biografia sentimentale di Giorgio, accompagnato sempre da Anna, una raffinata collezionista di disegni, con tutto quello che in tanti anni è riuscito a costruire: una collezione, tanti amici, mille iniziative, mostre, interviste, conversazioni, l’associazione AGIVerona e tanto altro. Nella seconda parte invece, ed è un altro motivo che mi ha spinto a scrivere il libro, ho raccontato il suo sogno un po’ visionario di destinare ai giovani una parte consistente della sua collezione, donandola all’università di Verona, in modo che possano, insieme ai docenti, sperimentare forme di co-gestione di questo patrimonio artistico.

Parte del volume è strutturato con un dialogo a più voci diretto al collezionista. Tra le varie domande emerge il focus attuale della Collezione Fasol orientata al consolidamento del museo diffuso dell’Università di Verona. A che punto è ora?
Il 14 novembre si farà l’atto di donazione delle opere e subito dopo si costituirà il Museo diffuso. A questi primi passi, ne seguiranno altri. Cinque tra gallerie e artisti hanno proposto la donazione di un’opera all’Università come arricchimento del Museo. Sarebbe auspicabile una Commissione che esamini la validità delle future donazioni in modo tale che sia garantita la loro qualità.

A chiusura del libro, tanti flash, lampi sul futuro, affidati ad Hans Hulrich Obrist…
Giorgio ha voluto che fosse pubblicata la lista delle risposte rivolte ad artisti, intellettuali alla domanda di Obrist su cosa è il futuro. La lista è presente in uno dei cataloghi delle mostre della collezione. Il futuro è un tema molto caro a Giorgio perché è strettamente connesso con la speranza, l’ottimismo, l’empatia, sani antidoti alla cupezza e alla paura che governano il tempo attuale. Credo che idealmente Giorgio si identifichi con tutte le definizioni di futuro date dagli intervistati.

Presentazione del volume ad Artissima 2024
2 novembre 2024
Meeting Point Oval Lingotto ore 13.30-14.30
Relatori: Maria Rosa Sossai, autrice della pubblicazione; Giorgio Fasol, collezionista; Luca Vitone, artista; Drifters (Valentina Miorandi e Sandrine Nicoletta), artiste

Anna e Giorgio Fasol. Una vita da collezionisti
Autore: Maria Rosa Sossai
Anno: 2024
Pagine: 112
ISBN: 9791255612759
€ 20,00

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