VENEZIA | Gallerie dell’Accademia e Palazzo Manfrin | 20 aprile – 9 ottobre 2022
di MATTEO GALBIATI
È un costante equilibrio di tensioni e risoluzione di opposti, di forze contrastanti – che si fronteggiano pareggiando poi continuamente lo spunto cruciale della loro intuizione e della loro manifestazione –, quello che si riflette in tutta l’opera di Anish Kapoor (1954) che, fino all’autunno, è presente a Venezia con una grande antologica in due diverse sedi espositive.
Le Gallerie dell’Accademia ripropongono, infatti, in occasione della 59. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia, un nuovo ampio progetto dedicato ad un celebre artista internazionale promuovendo una ricchissima e completa lettura retrospettiva del suo lavoro con una progettualità che, dopo aver accolto nello stesso modo Mario Merz, Philip Guston e George Baselitz, ora ha come protagonista l’artista britannico.
Kapoor, però, doppia non limitandosi solo all’allestimento nello storico museo veneziano: le oltre sessanta opere si dividono, infatti, anche in una seconda locazione che è la cornice suggestiva offerta dallo storico Palazzo Manfrin, nel sestriere di Cannaregio. Questo pregevolissimo immobile, dimora che fu del conte Girolamo Manfrin (1742-1801), mecenate e collezionista dalla cui collezione provengono numerosi capolavori conservati oggi proprio nelle Gallerie dell’Accademia, è stato acquistato dall’artista e sarà destinato a diventare la sede veneziana dell’Anish Kapoor Foundation dopo un intervento di restauro e valorizzazione.
In questi due luoghi si compenetrano, quindi, le esperienze e le diverse tipologie di opere che Kaporr ha realizzato nel corso degli anni e che sono divenute, nel tempo, iconiche del suo fare, restituendoci l’ampiezza del suo sguardo e la tensione viva che lo connatura e suscitando inoltre dubbi e interrogativi rispetto la possibilità della loro stessa manifestazione. In una commistione precisa di spontaneità creativa e attenzione scientifica la registrazione delle forze, dei fenomeni fisici, delle espressività primordiali agiscono sotto impulsi vivi e verificabili, sempre circoscrivibili in una duplice polarità di senso affidata al controllo e all’automatismo, alla forza e alla delicatezza, al mistero e alla verità, ad oltrepassare sempre il concetto di scultura e pittura come banali oggetti estetici.
L’occasione delle due mostre è proprio un resoconto, ampio e diversificato, per accostarsi al valore della ricerca di Kapoor, per saggiarne le fondamenta costitutive e portanti, per leggervi la sua risolutezza identitaria e coerente pur applicata ad una eterogenea gamma di esiti. È una possibilità offerta sulla modalità di interazione con una coralità diversificata di cicli dei suoi lavori e sulle loro facoltà effettive, che paiono trascendere ogni equilibrio, ogni regola, ogni legge a noi nota, anche se poi ne comprendiamo sempre la statuto, la verità, la realtà.
L’azione di Kapoor è incisiva, sbalordisce, stupisce e attrae così come infastidisce, allontana, disorienta: in questo equilibrio, tra attrazione-repulsione, sentiamo il peso di una carnalità corporea evidente e ostentata, che necessita, come contraltare, di una silenziosa riflessione mentale per essere davvero compresa e resa propria in quanto coscienza interiore. Allo stesso modo di quando, attraverso l’invasione e la distorsione del nostro mondo, agendo con interventi potenti, ambientali, ma pure con piccole opere, Kapoor genera la spettacolare evidenza di quanto il visibile e il sensibile non siano mai ultimativi e assoluti.
Senza dover citare ora nello specifico ciascun lavoro esposto, o qualcuno in particolare, diciamo che questa mostra in due capitoli acquisisce il valore per l’affermazione dell’identità esclusiva delle sue idee e dei suoi principi rilevabili proprio dalla corrispondenza con quanto vissuto fisicamente dai sensi. La nostra sollecitazione, riscontrata nello spettro degli stimoli mossi da quanto incontrato dallo sguardo, sensibilizza su considerazioni che si intrecciano e legano indissolubilmente al portato storico di Kapoor che è, in questo modo, interprete delle sensibilità primordiali, ma sempre vivamente attuali, tra corpo e psiche.
Una certa ritualità con cui scandisce la solenne apparizione dell’opera pone l’accento sul costituirsi stesso della materia come scultura o pittura, come atto di genesi della forma che invade e conquista lo spazio. Ecco perché macchine e dispositivi distribuiscono, ammassano, agitano le consistenze cromatiche di misteriose sostanze; specchi disarticolano in forme che alterano e stravolgono l’immagine che recepiscono del mondo esterno; la luce sparisce in geometrie tridimensionali capaci, oltretutto, di risolversi, con lo stupore dell’inganno, nell’annullamento della propria evidenza fisica in una bidimensione ritrovata…
Ogni opera, come vediamo, è nesso per una messa in discussione, parziale e totale, singolare e collettiva, della verità di un racconto la cui reale verità è destinata a rimanere traguardo di un orizzonte davvero in-coglibile e sempre in mutamento.
Anish Kapoor
a cura di Taco Dibbits direttore del Rijksmuseum, Amsterdam
in collaborazione con Anish Kapoor Studio e Lisson Gallery
con il supporto di Galleria Continua, Galleria Massimo Minini, Galerie Kamel Mennour, Kukje Gallery, Regen Projects and SCAI The Bathhouse
con il sostegno di LG OLED
catalogo Marsilio Arte con saggi di Gil Anidijar, Homi K. Bhabha, Linda Borean, Giuseppe Civitarese, Mario Codognato, Waldemar Januszczak, Norman Rosenthal, Carlo Rovelli, Michele Tavola
20 aprile – 9 ottobre 2022
Gallerie dell’Accademia
Campo della Carità, Dorsoduro 1050, Venezia
Orari: lunedì: 8.15-14.00, la vendita dei biglietti termina alle ore 13.00; da martedì a domenica 8.15-19.15, la vendita dei biglietti termina alle ore 18.15
Palazzo Manfrin
Fondamenta Venier, Cannaregio 342, Venezia
Orari: lunedì 10.00-14.00; da martedì a domenica 10.00-19.15;
Ingresso intero €12.00: ridotto (giovani 18–25 anni) €2.00; gratuito per i minori di 18 anni; è consigliata la prenotazione; Il biglietto delle Gallerie dell’Accademia dà accesso a entrambe le sedi della mostra di Anish Kapoor ed è l’unico titolo di ingresso valido. Il biglietto per le Gallerie dell’Accademia è valido unicamente nel giorno e nell’orario scelto in fase di acquisto; la visita a Palazzo Manfrin può essere effettuata il giorno della visita alle Gallerie dell’Accademia o nei due giorni successivi. L’accesso è consentito una sola volta. Nella sede di Palazzo Manfrin si potrà acquistare il biglietto unicamente con pagamento elettronico e si dovrà contestualmente scegliere data e orario specifico per la visita alle Gallerie; la scelta dovrà essere fatta nel momento dell’acquisto con la possibilità di scegliere il giorno in corso o i successivi due.
Info e prenotazioni: 800 150 666 (riservato dall’Italia)
+39 41 524 3354 (riservato dall’estero)
www.gallerieaccademia.it