BENEVENTO | arcos – museo d’arte contemporanea sannio | 16 luglio – 15 novembre 2013
Intervista ad ANGELO CASCIELLO di Martina Adamuccio
Uno tra i più affermati artisti campani, allievo di Domenico Spinosa, ha frequentato un corso di scultura diretto da Arnaldo Pomodoro; nel settembre 2009 investito da Papa Benedetto XVI Accademico del Pantheon. Angelo Casciello esordisce nel mondo dell’arte nel 1977 e ottiene presto numerosi riconoscimenti. Ha partecipato ad alcune delle più importanti esposizioni nazionali ed internazionali. Nel 1979 tiene una mostra personale a Napoli nell’ambito della Rassegna della Nuova Creatività nel Mezzogiorno, da Lucio Amelio, personaggio chiave del sistema dell’arte degli anni.
Angelo Casciello è il padrone del tempio dei segni, artefice della “magica ed armonica, bellezza del sacro silenzio misterioso” che avvolge ognuno di noi guardando il suo lavoro…
Una delle tue prime personali è stata nella galleria di Lucio Amelio, gallerista ed esperto d’arte ormai scomparso da molti anni. Che ricordo conservi di quel tempo e del rapporto con una delle persone più importanti per il mercato dell’arte di quegli anni?
Ho fatto la mostra da Lucio Amelio nel 1979, avevo 21 anni. Lucio era un uomo speciale, istrione, volubile, carismatico, prepotente, caloroso, elegante. Parlava più lingue straniere, era un grande promotore dell’arte e degli artisti: egli stesso era attore, cantante, nonché inventore di artisti.
Nell’esposizione che ho tenuto alla Galleria di Amelio, presentai una serie di sculture realizzate con pali di legno appena scalfiti all’estremità, legati con fili di ferro e lasciati vibrare nello spazio tramite delle corde: alcuni partivano come dei segni dalle pareti, altri si libravano totalmente nello spazio. Era un lavoro sul segno nello spazio.
Mi sono trovato a partecipare a quel grande laboratorio che Lucio aveva ideato: la Rassegna della Nuova Creatività nel Mezzogiorno, che vedeva protagonisti pittori come Paladino, Clemente, Tatafiore, registi come Martone e attori come i fratelli Servillo e Arana, fotografi come Donato, solo per citarne qualcuno. Nella Galleria di Amelio ho conosciuto Longobardi, D’Argenio, Cannavacciuolo, giovani esordienti poco più grandi di me. La Galleria Amelio in quel periodo, sicuramente a Napoli e in Italia, era uno delle più importanti. Proprio a Napoli, orgoglioso della sua napoletanità, Lucio organizzò il suo quartiere generale, occupando gli spazi della Città che le istituzioni pubbliche, incapaci di una seria politica culturale per le arti visive, avevano lasciato vuote, promuovendo solo occasionalmente qualche sporadica manifestazione di qualità. Lucio con la sua intelligenza monopolizzò spazi prestigiosi come il Museo di Villa Pignatelli e il Museo di Capodimonte, con mostre memorabili come quelle di Burri, Beuys, Paolini, nonché la nascente RaiTre, il quotidiano Il Mattino, avendo come partner preferenziale il potente Banco di Napoli.
Nella Galleria di Amelio si respirava l’aria dello Star system internazionale. Lì ho avuto la possibilità di vedere le mostre di Beuys, Warhol, Rauschenberg, Schifano, Merz, Kounellis, Penck, Baselitz, Richter, Twombly, e dei giovani Brown, Haring, Long, Salle, Barcelò, Cragg. Lucio mi ha fatto conoscere la scrittrice Fabrizia Ramondino, Graziella Lonardi degli Incontri Internazionali, i giornalisti Michele Bonuomo e Vitaliano Corbi, i critici d’arte Angelo Trimarco, Filiberto Menna, Arcangelo Izzo, il cineasta Mario Franco, il promotore del nuovo teatro di ricerca Saverio Lucariello, tra gli altri.
Lucio Amelio resta nei miei ricordi come colui che mi ha fatto vedere e toccare un grande disegno di Picasso che rappresentava la testa di un toro morente.
Nella tua ultima mostra Angelo Casciello. Il tempio dei segni, inaugurata lo scorso 16 luglio e aperta fino al 15 novembre 2013, negli spazi di arcos – museo d’arte contemporanea sannio, il segno, ancora una volta, diventa protagonista di una storia senza fine…
La mostra al Museo Arcos di Benevento è nata da una sollecitazione fattami dal Direttore Artistico Ferdinando Creta. In un primo momento pensavamo di realizzare una mostra con quadri, disegni e sculture ma, al secondo incontro, conveniamo che bisognava fare una cosa speciale per questo spazio particolare e intrigante. Così mi è venuta l’idea di realizzare “Il tempio dei segni”, un’opera totale che si estende sulle pareti bianche che corrono nella fisicità dello spazio, così ho dipinto un grande segno – disegno tridimensionale di colore nero, accompagnato dalla sua ombra grigia, il tutto con un moto andante, con pause, allegro ma non troppo, con brio e a tratti ironico e malinconico. Completando l’esposizione con sculture in ferro a tutto tondo e sculture a parete di legno dipinte degli ultimi dieci anni.
Quando il visitatore si inoltra ne “Il tempio dei segni”, viene accolto da una storia magica ed armonica, accompagnato dalla bellezza del sacro silenzio misterioso.
Un lavoro profondamente umano in cui l’uomo però rimane nascosto. Dove si trova l’uomo nei tuoi lavori?
Penso di essere il tramite, non il fine. Mi sento un viandante in cerca di continue suggestioni ed emozioni che raccolgo e fermo nello spazio del tempo, trasferendole sulle pareti dipinte e nei volumi della scultura e nello spazio dell’architettura.
L’uomo vive tramite le sue tracce, come i nostri antenati dei primordi vivono tramite i loro graffiti. Mi piace spiazzare lo spettatore, conducendolo in luoghi e spazi non facilmente comprensibili, mettendolo in condizione di estraniarsi dall’apparenza e dall’apparire per approdare ad una dimensione oscura dell’essere, che è quella dell’inconscio profondo di ogni uomo.
La tradizione, il rituale e il legame con la terra, dove ti porterà il tuo lavoro in futuro?
Diceva il poeta “del domani non c’è certezza”. Spero che la mia ricerca mi aiuti a curare il malessere che abita in me, donandomi visioni di stupore e meraviglia nonché momenti di grande bellezza e armonia e di conseguenza poterne fare dono agli altri.
ANGELO CASCIELLO. Il tempio dei segni
a cura di Ferdinando Creta
in collaborazione con Casa Turese – Galleria | edizioni d’arte www.casaturese.it
26 luglio – 15 novembre 2013
arcos – museo d’arte contemporanea sannio
Corso Garibaldi 1, Benevento
Info: +39 0824 312465
www.museincampania.it