ISEO | FONDAZIONE L’ARSENALE | 26 marzo – 22 maggio 2022
di ROBERTO LACARBONARA
Anche la trama più complessa, l’inestricabile groviglio delle linee e dei segni, giunge sempre a una cercata linearità, a uno sviluppo che traduce la complessità in sintesi, disegno, forma compiuta. Questo l’orientamento dei “cacciatori di storie” – o, letteralmente, di complotti, di intrighi – radunati all’Arsenale di Iseo da Ilaria Bignotti, in collaborazione con Camilla Remondina, per la mostra Plot Hunters, fino al prossimo 22 maggio 2022.
Maurizio Donzelli, Arthur Duff e Antonio Marchetti Lamera procedono su ricerche differenti ma accomunate dall’indefinitezza e dall’ambiguità delle scelte lessicali, delle costruzioni segniche e formali. Quasi un’inclinazione per il non-essere delle cose, per la loro sfuggente percettibilità: di volume (Donzelli), di figura (Duff), di sostanza (Lamera).
“Una processualità stratificata e meditata” per Bignotti, decifrando – o ancor meglio, decriptando – la condizione di perenne instabilità, gli smottamenti e assestamenti dell’immagine, per ciascuno dei tre artisti in mostra. Non alla maniera degli optical, senza alcun ricorso alle programmatiche architetture del geometrico o del gestaltico, bensì con la vivacità dell’ammiccamento e dell’ironia, del sembiante e del simulacro.
La produzione di Donzelli è emblematica in tal senso. Tra pittura e fotografia, tra materiali riflettenti e opalescenti, mirrors e arazzi, con l’impiego di resine e di collages, l’artista bresciano (1958) procede per sofisticate contaminazioni di superfici interrelate, giustapposte in modo più o meno denso, sorprendendo e sorprendendosi della trasparenza e del diafano, del peso e della fragilità di forme ritagliate e trasferite su delicati intarsi che celebrano l’astrazione.
Per Duff (Wiesbaden, 1973), invece, sembra impossibile sfuggire all’obbligo semantico che quel servomeccanismo occhio-cervello, di cui siamo dotati, sempre oblitera a partire da ogni segno. Così tutto diventa scrittura, attivando la lettura anche laddove è solo macchie e caos. Mentre, al contrario, accade che la parola ceda alla rarefazione, sfiancata dalla relazione fondo-superficie con cui ogni lettera fa i conti per la propria sopravvivenza nel dominio del visibile. Tutto sembra però trovare chiarezza “nella luminosa eclatanza dell’installazione di luce e corda che si arriccia e srotola lungo la parete”: un unico, ininterrotto percorrere, lungo i sentieri dell’oscuro e del manifesto.
Sconfina anche la luce, si fa liquida, seduce, poi confonde. Così per Marchetti Lamera (Bergamo, 1964) la pittura si fa campo di contesa tra il visibile e l’evanescente, tra presenza e assenza, quando tutto ciò che appartiene alla figura è soltanto la sua ombra, il suo destino d’incertezza. Osservare per ore la metamorfosi di una forma, inseguire la luce solare che sposta e ridisegna il paesaggio, sublimare nella grafite la scheletrica composizione di oggetti industriali e architetture urbane: il metodo dell’artista è quello di trasformare il proprio occhio in schermo senziente, come fosse, ogni volta, la prima lastra sensibile di Joseph Nicéphore Niépce: un battito di ciglia che dura otto ore, la prima quasi-immagine, forse-reale.
Problematizzare il limite, muoversi sul contorno delle cose visibili, è l’unica regola per non cadere nella trappola delle certezze, del sapere supposto e tetragono. Questa idea di incompletezza – e di quotidiana illimitatezza – è l’invito all’esperienza di questi artisti e delle loro ipotesi visive.
PLOT HUNTERS. Maurizio Donzelli, Arthur Duff, Antonio Marchetti Lamera
A cura di Ilaria Bignotti in collaborazione con Camilla Remondina
26 marzo – 22 maggio 2022
Fondazione l’Arsenale di Iseo
Vicolo Malinconia 2, Iseo (BS)
Orari: giovedì e il venerdì dalle ore 15:00 alle ore 18:00, sabato, domenica e festivi dalle ore 10:30 alle ore 12:30 e dalle ore 15:00 alle ore 18:00.L’ingresso è gratuito e consentito ai soli visitatori muniti di mascherina e Green Pass rafforzato.
Info: segreteria.arsenaleiseo@gmail.com
www.fondazionearsenale.it