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BERGAMO | GAMeC | 11 marzo – 29 maggio 2022

di MATTEO GALBIATI

Il grande ambiente dello Spazio Zero della GAMeC di Bergamo accoglie il progetto curatoriale inedito intitolato Dancing Plague, con cui il giovane curatore greco Panos Giannikopoulos (1991) si è aggiudicato la XI edizione del Premio Lorenzo Bonaldi per l’Arte – EnterPrize.

Dancing Plague, veduta dell’installazione – GAMeC, Bergamo, 2022 Foto: Antonio Maniscalco Courtesy GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo

Giannikopoulos per questa mostra ha scelto dieci artisti internazionali le cui ricerche riescono, nell’eterogeneità di materiali e tecniche, a convergere in un dialogo stimolante e ricco di armonici richiami e rimandi, pur nel contrasto evidente di forme e tecniche. Quello che si evince da subito allo sguardo dello spettatore, infatti, è il carattere pienamente immersivo, non direzionale e non pre-stabilito delle coordinate di senso del racconto che viene messo in atto. Chi visita la mostra e si muove nell’ambiente espositivo è completamente circondato dalle opere – spesso allestite in modo non convenzionale – ed è il suo libero sguardo a dover tessere le (nuove) trame, suggerite e motivate dalle intenzioni del curatore attraverso i contenuti proposti con gli interventi degli artisti.

Dancing Plague, veduta dell’installazione – GAMeC, Bergamo, 2022 Foto: Antonio Maniscalco Courtesy GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo

Lo spazio diventa un panorama aperto a cogliere queste sollecitazioni che il retroterra culturale profondamente diverso di questa nuova generazione di talenti aiuta ad alimentare: i temi affrontati, del resto, si innestano nella più recente cronaca generando una significativa esperienza tra la storia, da cui si attingono eventi e modelli di ispirazione, e l’attualità, in cui si specchia la realtà di fatti che parevano affidati ad una memoria lontana oppure a situazioni che sono espressione piena dei nuovi fenomeni collettivi dell’oggi.
Si alimentano così, in un movimento continuo che sposta il piano sensibile e lo rivoluziona in ogni momento, un insieme di visioni che risultano essere forti nel proporsi come esperienza allucinata, poetica, orrorifica, sentimentale, immaginifica, repulsiva, affascinante, retorica, sorprendente…

Dancing Plague, veduta dell’installazione – GAMeC, Bergamo, 2022 Foto: Antonio Maniscalco Courtesy GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo

ll legante dei lavori è proprio il modo con cui il visitatore sa coglierli, con cui può ampliare le loro intenzioni originali, lasciando completare una circolarità che porta il mezzo artistico a oltrepassare il suo statuto istituzionale per farsi strumento attivo affidato alla consapevolezza differente di ogni singolo fruitore. Ogni persona diventa viandante in questo luogo indefinibile; ognuno è chiamato a fare i conti con le proprie interiorità e le proprie esperienze che mutano il destino delle immagini, stabilendo in loro un flusso in divenire costante. Le opere portano a cimentarsi in un coinvolgimento collettivo che restituisce una consapevolezza differente di quello che ci circonda e che potrebbe disarticolare o sovvertire quello che sentivamo come stabile, certo, magari anche imposto e prestabilito.
Se la “Piaga del Ballo” del XVI secolo fu, nell’isteria collettiva che ne seguì, una delle più inspiegabili e assurde “pandemie” della storia, la riflessione di questa mostra (la cui traccia muove idealmente proprio da quell’evento) vuole ripristinare quella sollecitazione cui i nostri corpi, ma di più il nostro essere, sono spinti, in nuove situazioni di contagio, verso una contaminazione che oggi avviene non solo per situazioni di emergenza sanitaria, ma è anche virale per ritualità sociali, culturali, economiche. Si leggono, infatti, nell’esperienza visiva multisensoriale di queste opere i temi legati alla teoria queer, la pulsione per la morte, il dialogo intergenerazionale, il tempo e la memoria storica, la sessualità, il corpo, …

Dancing Plague, veduta dell’installazione – GAMeC, Bergamo, 2022 Foto: Antonio Maniscalco Courtesy GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo

La danza che si vive in mostra è un movimento di esplorazione complessiva, un viaggio che si articola nel mondo, nelle sue ossessioni e nelle sue prassi, perché le conquiste acquisite possano essere davvero strumento generativo di una (possibile?) nuova trasformazione e rinascita che dal singolo deve o dovrebbe doventare globale.

Dancing Plague
a cura di Panos Giannikopoulos
progetto vincitore della XI edizione del Premio Lorenzo Bonaldi per l’Arte – EnterPrize
con la collaborazione del Gruppo Bonaldi
giuria Lorenzo Giusti, Direttore della GAMeC(presidente di giuria), Marina Fokidis (curatrice indipendente e scrittrice di Atene), Roberta Tenconi (curatrice Pirelli HangarBicocca, Milano) 

Artisti: Benni Bosetto (IT), Ufuoma Essi (UK), Klaus Jürgen Schmidt (SA), Lito Kattou (CY), Petros Moris (GR), Eva Papamargariti (GR/UK), Konstantinos Papanikolaou (GR), Mathilde Rosier (FR/DE), Michael Scerbo (IT/UK), Elisa Zuppini (IT/NL) 

11 marzo – 29 maggio 2022

Spazio Zero
GAMeC
Via San Tomaso 53, Bergamo

Orari: lunedì, mercoledì, giovedì e venerdì ore 15.00-19.00, aperto al mattino per scuole e gruppi prenotati; sabato e domenica 10.00-19.00; martedì chiuso
Ingresso intero €8.00; ridotto e gruppi €6.00; scuole prenotate gratuito
Per la mostra Dancing Plague l’ingresso è gratuito

Info: +39 035 270272
www.gamec.it

Panos Giannikopoulos (1991) è un curatore indipendente. Ha conseguito un Master in Genere, Società e Politica (Panteion University, Grecia) a seguito dello studio in Storia, Archeologia e Storia dell’Arte (Università Nazionale di Kapodistrian, Grecia). Attualmente lavora per la Stavros Niarchos Foundation Artist Fellowship Program of ARTWORKS, mentre precedentemente ha svolto incarichi come curatore e ricercatore presso Contemporary Greek Art Institute (ISET) ed editore della sezione arte per NOMAS Magazine. È membro del team curatoriale di Mediterranea 19 Young Artists Biennale “School of Waters” che si è svolta nella Repubblica di San Marino (2021).

Il Premio Lorenzo Bonaldi per l’Arte – EnterPrize è il primo concorso internazionale dedicato a giovani curatori under 30, ideato nel 2003 dalla GAMeC con la collaborazione del Gruppo Bonaldi e nato dalla volontà di ricordare la passione per l’arte e il collezionismo di Lorenzo Bonaldi. Sin dalla sua costituzione, il Premio ha inteso sottolineare la centralità e il significato della figura del curatore nel panorama artistico internazionale attraverso la produzione di un progetto di mostra inedito, concepito sulla base di uno spazio espositivo e di un budget assegnati. Le edizioni del Premio hanno visto realizzati nel corso degli anni i seguenti progetti: Another Zero, a cura di November Paynter (2004); No Manifesto, a cura di Andrea Viliani (2005); Aesthetics/Dietetics, a cura di Mizuki Endo (2006); Data Recovery, a cura di Övül Durmusoglu (2008); L’ipotesi del Cristallo, a cura di Yoann Gourmel ed Élodie Royer (2010); The Log-O-Rithmic, a cura di Fredi Fischli e Niels Olsen (2012); Mississippi, a cura di Sam Korman (2014); Soft Crash, a cura di Xiaoyu Weng (2016); Enchanted Bodies / Fetish for Freedom, a cura di Bernardo Mosqueira (2018) e In The Forest, Even The Air Breathes, a cura di Abhijan Toto (2020).

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