BOLZANO | Galleria Goethe | 16 gennaio – 4 marzo 2014
Eduard Habicher (1956) inaugura questa sera, presso la Galleria Goethe di Bolzano, una nuova mostra personale presentando la voce di una scultura che ha affermato il suo linguaggio affascinante e coinvolgente. La peculiarità caratteristica della sua ricerca scultorea è quella di contraddire apparentemente i termini stessi di scultura: fisicità, corporeità, pesantezza e monumentalità fisica sembrano sottrarsi a vantaggio di presenze esili ed evanescenti.
Habicher sembra comporre, quasi scrivere, segni fluttuanti che, leggeri, snodano e dispongono lamine di ferro – spesso colorate con cromie intense che ne sottolineano e ne mettono in risalto la presenza e la forma – che, a dispetto delle dimensioni spesso imponenti, divengono tracce flebili fissate nell’aria. Le forme plastiche di Habicher cercano un dialogo con il contesto ambientale in cui si inseriscono – poco importa se en plain air o al chiuso di uno spazio espositivo – insinuandosi sulle pareti, trapassando gli spazi, aggrappandosi ai muri… Cercano anche di combinare l’alchimia di altre materie, evidenziando come il desiderio della loro presenza in divenire voglia farsi mezzo per palesare la poesia insita nell’ambiente, nella natura.
Il lavoro di Eduard Habicher contribuisce ad ampliare quell’evoluzione che ha definito la scultura durante il XX secolo con un’autonomia di codice che la connota radicalmente, questo senza mai rinunciare a dichiararla comunque scultura, senza mai tradire il suo essere oggetto d’arte. Le forme segniche sospese nell’aria dello scultore altoatesino sono esplicitamente mosse e contorte, vibranti, mai inerti e passive rispetto all’intorno: in questo si svela quello stato di percepibile tensione che ha il suo referente, ed elemento scatenante, proprio nel rapporto cercato con lo spazio-tempo del loro esserci. Habicher individua un’energia immateriale, intensa, coinvolgente e dirompente, che la scultura fissa e interpreta e, senza congelarla, la traduce in un dinamismo diveniente e disperdente.
Ritroviamo in questa mostra quella relazione particolarissima che Eduard Habicher mantiene con la dimensione di fisicità schietta della materia, ma anche con la sua germinazione mentale (e fisica) nel visibile, che fa diventare ogni scultura un pensiero, una riflessione concreta, solidifica, eppure sempre leggera e impalpabile.
Eduard Habicher: “Gedanken-Fänger”
introduzione di Heinrich Schwazer
16 gennaio – 4 marzo 2014
Galleria Goethe
Via della Mostra 1, Bolzano
Orari: 10.00-12.30 e 15.30-19.30; sabato 10.00-12.30
Info: +39 0471 975461
info@galleriagoethe.it
www.galleriagoethe.it