MASSA | MUSEO GUADAGNUCCI | 4 giugno – 2 ottobre 2022
di ALICE BARONTINI
Il museo contemporaneo come spazio creativo in cui attivare una ricerca in continua evoluzione; una piattaforma culturale e sociale che non si limita a conservare ma è anche in grado di innescare esperienze di partecipazione e interscambio, valorizzare sguardi diversi, sondare possibilità, promuovere l’ibridazione, stimolare l’interpretazione, coltivare l’inclusione…
Parte da questa idea All inclusive, la mostra collettiva che, fino al 2 ottobre 2022, innesta sulla collezione permanente del Museo Guadagnucci di Massa una serie di interventi e installazioni site specific, realizzate da nove artisti contemporanei chiamati a instaurare un dialogo multiplo con le sculture di Gigi Guadagnucci (Massa, 1915-2013), grande maestro del marmo del XX secolo, ma anche con gli spazi della villa seicentesca de La Rinchiostra, il parco, le Alpi Apuane e il pubblico in visita.
«Quando penso a un museo contemporaneo – racconta infatti Cinzia Compalati, direttrice dell’istituzione culturale massese e curatrice della mostra – immagino un camaleonte, un animale sempre mutevole che sa adattarsi e rigenerarsi rispetto al contesto sociale che lo ospita».
In All Inclusive il risultato di questo incontro tra museo e artisti contemporanei si concretizza in un colloquio delicato e rispettoso, intrecciato lungo tutto il percorso con una variazione continua di tematiche, linguaggi e tonalità che – pur partendo da una riflessione sul territorio e sull’opera di Guadagnucci – ampliano mano a mano il loro raggio di azione per aggiungere una rilettura rinnovata e personale al contesto.
Gli artisti coinvolti – Antonello Ghezzi, Aqua Aura, Emiliano Bagnato, Eleonora Chiesa, Sandro Del Pistoia, Giorgio Di Palma, Aldo Giannotti, Simone Gori e Vincenzo Marsiglia – sono molto diversi tra loro per ricerca poetica e formale, esperienze e temi affrontati ma, in questo loro “performare” lo spazio museale, mantengono come cifra comune e distintiva il tema della necessità di stabilire una connessione relazionale con qualcuno o qualcosa d’altro rispetto al loro lavoro; una “relazione” senza la quale l’opera stessa non potrebbe esistere o, comunque, perderebbe di significato.
Idealmente il percorso prende il via con A Vertical Spotlight is placed on the Rooftop of the Institution and can be seen from the whole Town, l’operazione artistica di Aldo Giannotti (Genova, 1977). Riflettendo sull’interrelazione tra spazio fisico e spazio simbolico, Giannotti interpreta alla lettera la frase “punto di riferimento per la città” – così spesso associata ai luoghi di cultura e alle realtà museali – e indica con un fascio di luce in cielo la posizione esatta del Museo Guadagnucci all’interno del contesto urbanistico massese.
Coniuga invece passato e presente, tradizione e innovazione il progetto Map (Star) the World di Vincenzo Marsiglia (Belvedere Marittimo, 1972) che invita il visitatore a indossare un visore 3D HoloLens 2 per intraprendere un viaggio visionario lungo le stanze del museo, rileggendo il percorso espositivo attraverso il simbolo grafico iconico e primitivo della stella a quattro punte che da tempo accompagna la sua ricerca, fino ad essere diventata una sorta di marchio artistico.
Defilata rispetto al percorso espositivo e simile a un cortocircuito percettivo, ecco che si rivela l’allestimento di Festa di Compleanno di Giorgio Di Palma (Grottaglie, 1981), artista visuale che con la ceramica ha ricostruito in dimensioni reali una stanza allestita per accogliere una festicciola anni ‘80, simile a quelle immortalate in vecchie polaroid conservate da alcuni cittadini con cui ha collaborato a Polignano a Mare. Non manca nulla ad evocare il ricordo: salatini, olive lucenti, bottiglie in plastica di bibite gassate, cappellini, regali colorati, tramezzini, panini con bandierine, festoni, torta meringata… C’è persino l’angolo per gli adulti, con tanto di sigarette e posacenere poggiati su una sedia vintage su cui riposarsi. Una sorta di archeologia di un passato recente che si gioca sul crinale impervio tra ironia e nostalgia, presenza e assenza, riportando in vita oggetti banali del consumismo quotidiano attraverso un materiale antico e tradizionale come la ceramica.
Più in là – muovendosi lungo il corridoio che percorre l’ala sinistra della villa, sempre al piano terra – suoni di ghiaccio in movimento, vento, acqua, onde, tuoni e tempesta introducono al visitatore le tre video sculture di Aqua Aura (Vimercate, 1969), allestite all’interno di una stanza avvolta nel buio. Realizzate in alabastro, le opere appartengono alla serie Shelters – On The Very Nature Of Light e riproducono in miniatura le immagini di tre iceberg al cui interno l’artista ha incapsulato la video registrazione di un’intera giornata sub artica: dal cielo mattutino, luminoso e costellato da candide nuvole, al momento della tempesta, fino all’imbrunire e alla notte, con l’arrivo dell’aurora boreale… Una riflessione potente sul rapporto che lega l’uomo e la natura, ciò che è fisico e ciò che è evanescente, sparizione e comparsa.
Proseguendo, si giunge alla sala in cui è proiettato il video della performance corale Lightness di Eleonora Chiesa (Genova, 1979), un’operazione realizzata nel 2015 ad Apricale (IM) durante una residenza ad AtelierA. Costruita con il coinvolgimento di alcuni abitanti del luogo, la performance ruota intorno al palindromo latino “In girum imus nocte et consumimur igni”, utilizzato nel 1978 per la realizzazione dell’omonimo documentario-film dello scrittore, regista e filosofo francese Guy Debord. Chiesa, inoltre, durante l’inaugurazione ha realizzato un’azione artistica dal vivo – la prima dopo la pandemia – intitolata Persona, appositamente pensata per il contesto museale e sempre incentrata sul concetto di comunità. L’artista, per spostare un piccolo e simbolico blocco di marmo, ha ricevuto l’aiuto del pubblico.
Nell’ala destra della villa, tra le sculture di Guadagnucci, si intersecano le opere dalle atmosfere delicate e sognanti del duo artistico Antonello Ghezzi, formato da Nadia Antonello (Cittadella, 1985) e Paolo Ghezzi (Bologna, 1980). Tre altalene specchianti su cui sono incise con un’installazione luminosa le frasi Spingiamoci Oltre, Tienimi Forte e Sempre Insieme interagiscono tra loro, con lo spettatore e con l’ambiente circostante, modificandosi continuamente, così come la scala di specchio Oltre posizionata più in là, nel piano seminterrato; un invito ad avvicinarsi al cielo.
Unico scultore chiamato a interagire con il museo, Sandro Del Pistoia (Viareggio, 1975) conversa idealmente con Guadagnucci proponendo due sculture che rievocano nel cromatismo il marmo bianco di Carrara, discostandosi tuttavia da questo materiale monumentale per la scelta di utilizzare materie povere, leggere e vulnerabili come la seta, la cera, il legno e il gesso. Il progetto s’intitola 24/02/2022: un riferimento al giorno di inizio della lavorazione ma anche alla data che segna lo scoppio della guerra in Ucraina. Sono forme primitive, quasi embrionali, crisalidi che cozzano con la scultura dalle fattezze classiche Gain of Fuction – Aumento di Funzione collocata più avanti, al piano sottostante, circondata da un fitto reticolo di sovrastrutture in ottone.
Scendendo le scale, trova posizione in un angolo intimo ed emotivamente intenso del museo anche l’installazione del compositore, musicista e sound designer Emiliano Bagnato (La Spezia, 1993). Di fronte al ritratto fotografico che immortala Guadagnucci e vicino alla scultura simbolo Brugiana dello scultore massese, Bagnato mette in scena un dialogo immaginato con il Maestro apuano. La voce, le parole, i pensieri, il timbro di Guadagnucci sono inframezzati dalle canzoni che lo scultore amava, reinterpretate dalla chitarra di Bagnato; in sottofondo si percepiscono i suoni della natura e della lavorazione del marmo, che penetrano nel museo tessendo legami invisibili tra materia, lavoro, gesto e opera.
Ma che anima avrà il marmo, materia prediletta da Guadagnucci? Usciti dal museo, con le Apuane alle spalle e il parco intorno, se lo chiede l’architetto e designer Simone Gori (Firenze, 1986), da sempre interessato alle relazioni che si stabiliscono tra arte, luoghi e persone. Gori, in una sorta di gioco intellettuale, immagina una risposta proponendo un’opera monumentale che è soprattutto esperienza emozionale: Anima. Un blocco di marmo bianco, semilavorato, si staglia come un moderno monolito. Il visitatore è invitato a guardare nel buco di una serratura che, attraverso una spia ottica, rimanda dritto verso una porzione di cielo sovrastante, in eterno mutamento, in continua evoluzione… Per sapere ciò che ciascuno di noi può vedere dentro il blocco, bisogna esserci.
Proprio lì, esattamente in quel momento.
ALL INCLUSIVE. Nove artisti contemporanei performano il museo
A cura di Cinzia Compalati
Artisti: Antonello Ghezzi, Aqua Aura, Emiliano Bagnato, Eleonora Chiesa, Sandro Del Pistoia, Giorgio Di Palma, Aldo Giannotti, Simone Gori, Vincenzo Marsiglia
4 giugno – 2 ottobre 2022
Museo Guadagnucci
Villa La Rinchiostra
Via dell’Acqua 175, Massa (MS)
Orari: dal 4 giugno al 18 settembre di martedì e giovedì 9.00-13.00, mercoledì, venerdì e domenica 17.00-21.00, sabato 20.00-24.00 (in concomitanza con il teatro, altrimenti 17.00-21.00), chiuso il lunedì; dal 19 settembre al 2 ottobre da martedì a venerdì 9.00-13.00, sabato e domenica 15.00-19.00, chiuso il lunedì.
Ingresso: intero euro 5, ridotto euro 3, ingresso gratuito prima domenica del mese
Contributi: La mostra, promossa dal Comune di Massa e prodotta dal Museo Guadagnucci, è realizzata con il contributo di Fondazione Marmo Onlus, il supporto tecnico di Henraux S.p.A. e rientra nel calendario Amico Museo di Regione Toscana
Info: Museo Guadagnucci, T. +39 0585 049757, T. +39 0585 490204
museoguadagnucci@comune.massa.ms.it
www.museoguadagnucci.it