GROSSETO | Museo Collezione Gianfranco Luzzetti ǀ Clarisse Grosseto | 17 settembre – 20 novembre 2022
La Collezione Gianfranco Luzzetti, inserita nel contesto più ampio del Polo Culturale Le Clarisse di Grosseto, ospita Retaggi, mostra che pone a confronto i lavori di Alfredo Rapetti Mogol e Flavio Tiberio Petricca. L’evento, a cura di Mattia Lapperier, innesca un inedito dialogo interno tra i due artisti e la collezione d’arte antica ospitante, proponendo al contempo una riflessione su ciò che normalmente si intende per retaggio culturale.
L’inaugurazione, che avverrà nell’ambito di Città visibile, la manifestazione d’arte e animazione culturale promossa da Fondazione Grosseto Cultura, è fissata per sabato 17 settembre 2022 alle ore 18.
Arte contemporanea e arte antica – risalente a un periodo compreso tra il XIV e il XVII secolo – si confrontano. Gli artisti si pongono alla ricerca di una matrice comune, che vada al di là della mera citazione del classico, che si soffermi piuttosto sui singoli materiali, sul gesto, sul linguaggio; sul grado zero della cultura, sui suoi stessi fondamenti.
Il retaggio è un patrimonio culturale che si riceve in eredità dal passato, senza peraltro che sussistano, nel presente, meriti di alcun tipo; è qualcosa di inestimabile valore, allo stesso tempo venale e impalpabile, qualcosa che, ponendoci a contatto con le nostre origini, di per sé ci permette di avvertire il senso del tempo. Flavio Tiberio Petricca e Alfredo Rapetti Mogol, ognuno attraverso il proprio percorso artistico e specifico linguaggio, hanno instaurato un rapporto intimo e viscerale con l’arte – intesa nel senso più ampio del termine – e, più in generale, con la cultura del passato. Nonostante non ricorrano mai ad alcuna citazione palese, il retaggio culturale rimane sullo sfondo, costituisce una sorta di retroterra a cui entrambi gli artisti attingono, quasi inconsapevolmente, come si trattasse di linfa vitale che nutre e sostiene dall’interno la loro ricerca e al contempo ne getta i presupposti.
Rapetti Mogol utilizza la parola come elemento di raccordo con il passato. Da sempre al centro della propria ricerca, tanto nella componente fonetica, quanto in quella segnica e semantica, la parola rappresenta per l’artista un prezioso momento di continuità con le nostre origini. Oltre a incarnare un imprescindibile strumento di comunicazione, anzi, lo strumento di comunicazione per eccellenza, essa è celebrata quale autentico, nonché prediletto, principio di civiltà. Se le opere di Rapetti Mogol visualizzano nello spazio ciò che normalmente attiene al senso dell’udito, Petricca dà seguito al gioco sinestetico, coinvolgendo attivamente nel suo lavoro, oltre alla vista, il tatto. L’oro impiegato nel suo recente ciclo di lavori, a tratti magmatico, talvolta à plat, rimanda di per sé a un’opulenta temperie barocca. Petricca rievoca l’arte del passato; se ne appropria fagocitandola, come peraltro risulta chiaro anche a partire dai supporti che sceglie e dalle cornici roboanti da cui lascia sgorgare indisturbata la materia pittorica. Pur facendone tesoro, non considera tuttavia il retaggio culturale alla stregua di un monolito inscalfibile, lo proietta anzi in una dimensione ludica, caratterizzata da una metamorfica dinamicità, dalla vibrante e inebriante freschezza compositiva.
Flavio Tiberio Petricca propone una selezione di opere realizzate a tecnica mista in oro, collocate su pannelli mobili o a terra, in aperto dialogo con i capolavori della Collezione Luzzetti. L’artista presenta inoltre una scultura ideata appositamente per gli spazi della Chiesa dei Bigi, oltre a una serie di micro interventi disseminati all’interno dello spazio espositivo. La riflessione sulla preziosità dei materiali tradizionali ha condotto Petricca a esiti scultorei dall’aspetto marcatamente materico, sconvolti da un intrinseco movimento centrifugo e inframezzati a inattesi accenti cromatici, non esenti da una certa ironia di fondo.
Alfredo Rapetti Mogol propone invece una selezione di opere bidimensionali che si pongono come esplicita riflessione sulla preziosità della parola, intesa nell’accezione archetipica di elemento di civiltà e strumento primario di condivisione tra i popoli. L’artista ha inoltre installato nello spazio anche una serie di sculture in marmo grezzo, quasi si trattasse di lasciti testamentari di una cultura lontana. Su tali blocchi semilavorati sono incise lettere che, nonostante presentino un aspetto classico (espressamente derivato dalla scultura monumentale latina), coagulano in parole ottenute da una sorta di scomposizione alfabetica elementare, tale da metterne in discussione l’immediato riconoscimento, riorientandone la leggibilità. L’originale espediente, a una lettura più profonda, è volto a rintracciare quei segni che fissano le nostre origini comuni e che pertanto si pongono consapevolmente al di là del linguaggio. Frammentari, insoluti, ermetici, i lavori di Rapetti Mogol alludono a inequivocabili testimonianze del passaggio dell’uomo che, per mezzo del potere del linguaggio, può ancora esprimere sparute tracce civiltà.
RETAGGI. Flavio Tiberio Petricca e Alfredo Rapetti Mogol
Progetto a cura di Mattia Lapperier
17 settembre – 20 novembre 2022
Inaugurazione: sabato 17 settembre 2022 ore 18
Museo Collezione Gianfranco Luzzetti ǀ Clarisse Grosseto
Via Vinzaglio 27, Grosseto
Info: www.clarissegrosseto.it/gianfranco-luzzetti-collezione