GENOVA | Guidi & Schoen Arte Contemporanea | 27 ottobre – 25 novembre 2016
Intervista ad ALESSANDRO LUPI di Francesca Di Giorgio
Lights and Shadows. Un titolo semplice e diretto per la nuova personale di Alessandro Lupi, da Guidi & Schoen a Genova. Luci e Ombre che, in un certo senso, sintetizzano tutto il suo lavoro, presentato in una galleria che lo segue dagli inizi.
Lupi, nato a Genova ma ormai berlinese d’adozione, in questa mostra propone lavori anche molto distanti tra loro e che coprono un decennio di ricerca «Lavori nuovi, quasi tutti nati dalla mia esperienza berlinese, che indagano la luce e l’ombra, tra queste opere interattive, illusioni cognitive e installazioni che dialogano tra loro affrontando diversi temi…».
Lights and Shadows è quindi un naturale sviluppo del suo lavoro sulla luce. Dopo le densità fluorescenti, esposte in varie occasioni da Guidi & Schoen, ha iniziato a lavorare in diverse direzioni ma con un filo comune che lo porta ad esporre al di fuori dei contesti di galleria con installazioni pensate per gli spazi pubblici. In questi giorni una sua installazione è a Como per il Lighting Design Festival (fino al 27 novembre) e al Festival della Scienza di Genova fino al 6 novembre…
Scegli tu quattro opere in mostra e raccontacele…
Lo specchio Antiego a prima vista normale non permette di riflettere se stessi, un’intangibile aurea tridimensionale di luce si frappone tra lo specchio e lo spettatore. Per me questo è un lavoro molto importante perché muove una riflessione rispetto alla nostra cultura contemporanea sempre più incentrata sull’individualismo ed egocentrismo che nonostante sembri una forma di libertà in realtà è un qualcosa che ci rende schiavi del giudizio e sempre meno empatici. L’idea quindi di un oggetto come lo specchio che permetta solo di vedere l’”altro” porta ad una riflessione sull’identità in relazione con lo spazio circostante.
UNO è un lavoro interattivo che si trasforma a seconda del punto di vista del visitatore. In piedi lo spettatore percepisce diversi punti di luce simili a costellazioni e nel momento in cui fruisce gli oggetti; un libro, una sedia da scuola, un inginocchiatoio, un tappeto e un cuscino, ciascuna delle posizioni rivela un’immagine diversa: una menorah, un atomo, una croce, il nome di Allah e gli occhi di Buddha. Questo lavoro esamina la possibilità e la consapevolezza di un “tutto” attraverso l’idea del dogma e della necessità umana di avere fede.
Tree è realizzata utilizzando i rami di un albero morto, installati come se fuoriuscissero dal muro. I rami spogli generano un’ombra che proietta ancora le foglie ormai scomparse. Fondamentale per l’opera è lo stato di sospensione causato dal processo cognitivo che porta al riconoscimento dell’illusione. L’ombra è il significato attraverso cui percepiamo l’intero lavoro innescando un dialogo tra il passato, il presente, il futuro, la morte e la vita, usando l’albero come il simbolo del ciclo naturale dell’esistenza.
Window, una vecchia finestra è trasformata in un’installazione interattiva. L’opera offre paesaggi diversi a seconda del punto di vista. La finestra diventa tramite della nostra memoria, attraverso la luce il paesaggio si modifica di fronte ai nostri occhi, leggendo la storia in diverse direzioni dalla natura fino all urbanizzazione e viceversa.
Oltre alle installazioni che caratterizzano da sempre il tuo lavoro in mostra anche modellini e disegni progettuali dei lavori che negli anni hai presentato nei più importanti light art festival internazionali… Perché questa scelta?
Negli ultimi anni mi sono concentrato molto su opere site-specific nello spazio pubblico, non solo in Light festival ma anche in Land Art festival e progetti urbani queste diverse occasioni sono state molto importanti sia per l’esperienza nei grandi spazi, sia per il concetto di arte aperta, viva, al di fuori dei contenitori che a volte risultano troppo chiusi e con un flusso di pubblico per la maggior parte addetti ai lavori e persone interessate all’arte contemporanea.
L’arte pubblica arriva a più persone, crea spazi di contemplazione all’interno di luoghi condivisi dove il pubblico interagisce e in un certo senso fa parte dell’opera.
Inoltre ritengo che lo spazio pubblico sia la naturale piattaforma di comunicazione sociale e culturale, uno spazio che è importante rendere vivo, pulsante, stimolando persone che magari non si sarebbero mai avvicinate all’arte e che invece spesso sono un pubblico attento e sensibile.
Torni nella tua città presentando anche un’installazione nel cortile maggiore di Palazzo Ducale in collaborazione con Genova Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura in relazione Festival della Scienza di Genova…
Universal Spin è una scultura cinetica di otto metri di altezza che genera una struttura luminosa di luce rifratta che si avvita su se stessa. La scultura è studiata basandosi sulla geometria naturale e la simbologia dell’infinito. Dipendendo dal vento, il lavoro crea diversi effetti dinamici di luce, ombre e suoni che trasformano lo spazio circostante.
Come è nata quest’opera?
Universal Spin è nata circa due anni fa, è stata prodotta in occasione del festival internazionale della luce Skyway di Torun in Polonia.
Prima di questa occasione genovese è stata esposta inoltre a Cascais in Portogallo al Lumina Festival of Light, all’Istanbul of Light e al Light in Jerusalem.
Universal Spin è un lavoro totalmente auto-costruito insieme all’appoggio tecnico del Fab Lab di Genova un laboratorio occupato dentro gli spazi del Buridda a Genova. Per me è stata un esperienza interessantissima, sia dal punto di vista tecnico sia umano. La particolarità di questo laboratorio è la possibilità di costruire quasi qualsiasi cosa, dalla metallurgia pesante fino ai software elettronici.
Con i ragazzi abbiamo creato un opera Post-moderna, nel senso che ad ogni occasione in cui l’abbiamo esposta è stata evoluta in qualche aspetto rendendola ogni volta diversa e studiata in base alla location. Da diversi anni sono sempre più interessato al rapporto scienza-arte, nel mio lavoro c’è molta ricerca sperimentale in diverse direzioni per arrivare a nuovi lavori che si basano sui processi cognitivi, sulla percezione e sul comportamento della luce.
ALESSANDRO LUPI. LIGHTS AND SHADOWS
27 ottobre – 25 novembre 2016
Guidi & Schoen Arte Contemporanea
Vico Casana 31r, Genova
Info: +39 010 2530557
info@guidieschoen.com
www.guidieschoen.com