MILANO | Luca Tommasi Arte Contemporanea | 22 settembre – 19 novembre 2016
di MATTEO GALBIATI
Osservando l’opera di Alberto Di Fabio (1966) si insinua sempre l’eterno dubbio di leggere nel suo linguaggio artistico i passaggi consecutivi di un’astrazione che si insinua in seno ad una figurazione di taglio scientifico, come, viceversa e nello stesso istante, comprendiamo la bellezza di una “figura” intellegibile che si sovrappone, chiarificandola, all’ir-regolare determinazione di una tensione astrattiva.
Rappresentazione-astrazione, il binomio che ha separato le tendenze e le espressività in seno al Novecento, in questo artista sembra concedersi l’altalenante suggestione di una commistione che affascina e avvolge il nostro orizzonte visivo, rinnovando sempre la sinergica combinazione di due fronti artistici differenti.
Ammirando le sue tele, recepiamo immediatamente la forza vitalizzante dei suoi colori che si aggregano – o espandono – in soluzioni di prorompente ed evolvente energia, che pone il nostro dialogo con queste immagini in una contesto di perenne riscoperta del racconto avviato dalle stesse forme de-scrittive rappresentate.
Alberto Di Fabio con la sua ricerca pittorica, infatti, esplora un mondo cromatico che trasferisce sulla superficie dipinta la visione di “forme” e “oggetti” desunti dall’ambigua sovrapposizione di un micro e un macro cosmo: nella nuova personale da Luca Tommasi Arte Contemporanea a Milano ritroviamo proprio l’ulteriore aggiornamento di questa sua peculiare attitudine che ci consegna – tanto nelle carte quanto nei grandi dipinti – la dirompente espansione di forme cosmico-stellari protese nell’universo infinito del visibile, oppure, se le pensiamo su una scala di riduzione all’invisibile, la definizione di organuli cellulari che costituiscono l’infinitesima parte della materia biologica.
Il luogo del dipinto diventa per Di Fabio lo spazio d’incontro tra realtà concreta e invenzione fantastica, tra verità formale e astrazione immaginativa, che rendono plausibili tutte le aperture intuitive che si fanno nella sua lettura “scientifica”. Lettura che è vicina alla fantasiosa tensione, al tentativo conoscitivo ed esplorativo dell’ignoto e del mistero, che spingono la conoscenza umana ad indagare gli estremi di nuovi territori di esperienza e scoperta.
In bilico tra un desiderio narrativo e la contemplazione estetica, l’arte di Di Fabio accompagna e asseconda la brama di rivelazione insita nello sguardo dell’animo umano, offrendogli, nei dipinti, il superamento delle frontiere infinite dell’universo e dischiudendo i confini millesimali delle strutture biologiche.
Se da una parte la regolarità delle sue proposte attualizza ogni volta la sua esperienza intellettuale, dall’altra il richiamo all’interesse cognitivo accentua l’affermazione di una sintassi interna all’opera che definisce, con il proprio, intrinseco estetismo caratterizzante, ogni suo lavoro. L’abitudine al suo linguaggio non rende, però, mai assuefatti alle sue asserzioni, ma rinnova sempre la testimonianza di pronunciamenti che denunciano sempre una volontà di promuovere il contatto con qualcosa di altro, di celato oltre la materia stessa di cui siamo fatti noi e l’universo in cui siamo immersi e da cui deriviamo.
La sua concretezza scientifica conquista allora la dimensione di una spiritualità originalmente autentica da essere spontanea induzione a quel dato immateriale che oltrepassa la verifica tangibile dello sguardo. Di Fabio concede qualcosa di ulteriore rispetto al formalismo delle presenze che la sua pittura sa rintracciare e cogliere nel confronto con la bellezza della verità del reale. Su piccola o vasta scala si scorge attraverso il colore l’entità di qualcosa di trascendente. Un colore magico capace di un lirismo incorporeo, monumentale e ieratico, ma anche tanto spontaneo e immediato.
Alberto Di Fabio. Aura
a cura di Stefano Castelli
22 settembre – 19 novembre 2016
Luca Tommasi Arte Contemporanea
via Tadino 15, Milano
Orari: da martedì a sabato 13.00-19.00
Info: +39 02 29407196
luca@lucatommasi.it
www.lucatommasi.it