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ALBISOLA SUPERIORE (SV) | GALLERIA RAFFAELLA CORTESE | FINO AL 30 SETTEMBRE 2024

Intervista a CLARISSA BALDASSARRI di Livia Savorelli

Quando Clarissa Baldassarri (nata a Civitanova Marche nel 1994, vive a Livorno) ha fatto i primi sopralluoghi per ideare un’installazione site-specific nel piccolo scrigno “a due passi dal mare”, quale è il project space albisolese della Galleria Raffaella Cortese di Milano, è rimasta fortemente colpita dall’elemento più caratterizzante lo spazio: una finestra rossa posta al fondo della stanza, frontale rispetto all’ingresso principale.
Il successivo studio sull’origine dell’utilizzo del Trompe l’oeil in Liguria – nato per aggirare la tassazione sulla base del numero delle finestre delle abitazioni imposta nel XVIII secolo dalla Repubblica Genovese, murando le finestre e “esibendo lo status” attraverso la fedele riproduzione pittorica delle stesse – è stato l’innesto che ha fatto emergere la scintilla creativa.
Nasce così Exposure Value, un progetto che, a partire proprio dall’elemento finestra, riflette sulla differenza tra esposizione ed esibizione, innestando anche interessanti interrogativi sulla manipolazione delle immagini e sui meccanismi di rappresentazione dell’arte contemporanea e della relativa percezione da parte del fruitore.
Abbiamo approfondito questi aspetti con l’artista…

Clarissa Baldassarri, Exposure Value, installation view, 2024, Galleria Raffaella Cortese, Albisola Superiore. Courtesy Galleria Raffaella Cortese, Milano – Albisola e Gian Marco Casini Gallery, Livorno. Photo Fabio Mantegna.

Ci siamo incontrate più volte ad Albisola per le inaugurazioni di Raffaella Cortese. Quando hai visto la prima volta questo minuscolo spazio, con gli interventi di artisti/e dall’indiscussa fama, cosa hai pensato? Come nasce l’invito a realizzare un progetto inedito per questo luogo?
Sinceramente? Cerco di non pensarci. O meglio, quando ho saputo la prima volta che Raffaella Cortese voleva inserirmi nella programmazione ad Albisola ho pensato: “Oddio, perché proprio io? Sarò all’altezza?”.
Ma poi ho cercato di canalizzare tutte le mie energie sul lavoro “dimenticandomi” dei nomi e dei luoghi che c’erano alle spalle, accettando la sfida di superare me stessa e nessun altro.
In questo è stata di grande aiuto la sincerità con cui questa collaborazione è iniziata,  nata dal rapporto di stima e fiducia tra Raffaella Cortese e Gian Marco Casini, galleria con la quale lavoro ormai da 7 anni.

Mi raccontavi che una suggestione in particolare, legata al fenomeno dei Trompe l’oeil delle finestre dei palazzi liguri, ha acceso una particolare lampadina che ha indirizzato in modo particolare lo sviluppo della tua progettualità…
Con il tempo, ho capito che non riesco a non considerare il luogo che ospita/ospiterà il mio lavoro. In questo caso specifico non potevo ignorare che quella piccola e iconica finestra rossa posizionata al centro dello spazio espositivo, stesse proprio nella regione dei Trompe l’oeil.
Così un giorno, mentre scrivevo intuizioni riguardo al progetto da sviluppare, anziché scrivere la parola esposizione, per sbaglio, ho scritto esibizione.
Mi sono soffermata a cercare di capire la reale differenza tra i due termini, e ciò che mi ha colpita è che nella definizione da vocabolario le due parole sono quasi interscambiabili tranne per un aspetto. Esporre, a differenza di esibire, implica un rischio. Lo stesso rischio che nella Liguria del ‘700, a seguito dell’imposta sulle finestre, non si è corso, favorendo il fenomeno ormai conosciuto come i Trompe l’oeil delle finestre, rappresentazioni delle vere finestre a cui la stessa Regione si è sottratta ormai da tempo.
Questo è stato l’imbocco principale che ha dato vita al progetto Exposure Value, un’installazione multimediale dove il ruolo della luce è sicuramente centrale, insieme alla finestra che ne è protagonista.

Clarissa Baldassarri, Exposure Value, installation view, 2024, Galleria Raffaella Cortese, Albisola Superiore. Courtesy Galleria Raffaella Cortese, Milano – Albisola e Gian Marco Casini Gallery, Livorno. Photo Fabio Mantegna.

In un piccolo spazio, “a due passi dal mare”, c’è un solo elemento caratterizzante: una piccola finestra rossa che si affaccia su del verde… Anche nella tua installazione, l’elemento ricorrente della finestra è reiterato sotto molteplici forme e diventa pretesto per un’attenta e intelligente riflessione intorno alla percezione e, in particolare, alla differenza tra “esposizione” e “esibizione”. Vuoi approfondire meglio questi concetti per noi?
Come hai ben intuito, la finestra è stata “un pretesto” altro per porre l’attenzione su tematiche ricorrenti nella mia ricerca quali l’immagine e la sua rappresentazione, finzione e realtà, percezione e dispercezione. In questo caso anche sui concetti di esposizione ed esibizione a cui ho fatto riferimento prima.
Ma ciò che volevo far notare, partendo da questo “gioco di parole” e dalla ripetizione ridondante della finestra, è come anche in un fenomeno circoscritto in un campo prettamente decorativo-architettonico, emerga in realtà la profonda e incessante natura umana di “santificare” le immagini donando alla Picture il potere reale ed evocativo dell’image (W.J. Mitchell).
Nel progetto site specific presentato, questo si ripete. Se da un lato la retroproiezione in tempo reale della finestra sulla vetrina dello spazio dissimula il reale, dall’altra i simulacri di luce esposti dentro lo spazio imitano la realtà, cercando di appropriarsi del ruolo principale della vera finestra di far passare la luce. Questa serie di fotografie stampate su vetro, infatti, sono state scattate con parametri d’esposizione differenti affinché nelle ultime, quelle “bruciate”, l’immagine scompaia quasi del tutto lasciando solo delle leggere macchie rosse sulla superficie trasparente.

Clarissa Baldassarri, Exposure value, 2024, stampa su vetro, 80×80 cm. Ed. 1/3 + 1AP

La tua ricerca, in generale, da quali elementi caratterizzanti si sviluppa? Quali riflessioni cerchi di generare nello spettatore attraverso la tua arte? Stai lavorando a nuovi progetti in vista dell’autunno?
Come ho già anticipato, la mia ricerca si articola attorno ai concetti di limite sensoriale, percezione e dispercezione.
In una provocatoria sfida al limite fisico, sia esso di natura visiva, di movimento o legato al linguaggio, il mio lavoro cerca di mettere in discussione mezzi e concetti con cui l’essere umano si orienta nella propria quotidianità, decontestualizzandoli, decostruendoli fino alla radice.
Il mio obiettivo è quello di dare vita a nuovi possibili scenari attivando nel pubblico dei cortocircuiti visivi e concettuali che proiettano la dimensione fisica in uno spazio e tempo altri.
All’interno di questo meccanismo, un ruolo centrale è assunto dalla religione, con cui lascio trasparire un rapporto conflittuale ma, allo stesso tempo, romantico.
Tutti i miei lavori inoltre agiscono silenziosamente nello spazio, instaurando una relazione intima e partecipativa con chiunque vi entri in contatto.
Attualmente sono prossima ad inaugurare la mia quarta personale nella nuova sede della Galleria di Gian Marco Casini a Livorno. Anche qui porterò un intervento site specific che verrà attivato, durante l’inaugurazione, oltre che dal pubblico, anche da performer professionisti.
Inoltre, a fine settembre partirò per la residenza Horanggasy Creative Studio a Gwangju, in Sud Corea, per sviluppare un lavoro rivolto ad approfondire il fenomeno della Glossolalia, una pratica religiosa cristiana pentecostale che tocca la sfera del linguaggio e dei suoi limiti.

Clarissa Baldassarri, Exposure Value, installation view, 2024, Galleria Raffaella Cortese, Albisola Superiore. Courtesy Galleria Raffaella Cortese, Milano – Albisola e Gian Marco Casini Gallery, Livorno. Photo Fabio Mantegna.

Clarissa Baldassarri. Exposure value

18 maggio – 30 settembre 2024

Galleria Raffaella Cortese | Albisola
via c. Colombo 54, Albisola Superiore

Info: albisola.raffaellacortese.com
https://raffaellacortese.com/

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