PIACENZA | PICCOLO MUSEO DELLA POESIA CHIESA DI SAN CRISTOFORO | 23 APRILE – 24 SETTEMBRE 2022
Intervista a MASSIMO SILVOTTI di Livia Savorelli
A Piacenza, all’interno di una chiesa barocca affrescata dal maestro del quadraturismo barocco Ferdinando Galli Bibiena, ha sede una realtà museale “gioiello” – il Piccolo Museo della Poesia Chiesa di San Cristoforo – ora teatro dell’affascinante dialogo tra il sopracitato Bibiena, autore dell’affresco della cupola e il maestro contemporaneo Omar Galliani che si attua nella mostra Ab umbra lumen. Galliani incontra Bibiena, in corso fino al 24 settembre.
Nell’intenso ed appassionato dialogo con Massimo Silvotti – ideatore e direttore generale del Museo, nonché curatore della mostra – ripercorriamo la storia del Museo e la genesi della mostra…
Il Piccolo Museo della Poesia che lei dirige è un luogo unico in Italia. In primo luogo perché ha sede in una location d’eccezione come la Chiesa di San Cristoforo, in cui è conservata la collezione del Museo ma, soprattutto, perché è luogo vivo di relazione tra le persone che “vuole essere inteso e vissuto nella sua dimensione collettivo-performativa”.
Ci espone la straordinarietà di questo luogo e come nasce la volontà di dar vita ad un progetto straordinario che coniuga poesia ed arte?
Parto dalla premessa della sua domanda per provare ad ampliarne il senso e il significato; il Piccolo Museo della Poesia Chiesa di San Cristoforo non è soltanto l’unico museo della poesia a livello nazionale, ma lo è anche a livello mondiale. Questa affermazione che potrebbe apparire un tantino azzardata, in realtà si giustifica per il riconoscimento in questo senso di diverse centinaia di poeti rappresentativi di 55 paesi del mondo, dall’India, al Canada, dalla Svezia ai Balcani, da Israele all’Argentina, dal Giappone alla Cina, alla Russia, agli Stati Uniti, e così via. Del resto, per unicità del Museo a livello mondiale s’intende un luogo dove al fianco di iniziative inerenti l’universo poetico, esista un’effettiva collezione museale. Fatta questa precisazione, vengo alla seconda parte delle sue considerazioni che ritengo ancor più significativa. In effetti il Museo della Poesia si caratterizza precipuamente per due peculiarità. La prima è la dimensione itinerante e performativa. La seconda è la scelta dell’organigramma museale che è esclusivamente composto da poeti e artisti. Dal 2014 ad oggi sono molteplici le performance, in prevalenza collettive, che abbiamo proposto e che hanno visto il concorso di centinaia e centinaia di poeti, artisti e scienziati, i più diversi per sensibilità e discipline praticate. Dalla poesia alla pittura, dalla danza al teatro, dalla scultura alla musica classica, dal jazz al cinema, dalla filosofia all’astrofisica, dall’economia alla sociologia.
Solo qualche esempio, dal 2014 ad oggi: la mostra itinerante a Piacenza (Museo e Palazzo Farnese) e a Lucca (Palazzo Ducale) “Ungaretti e la Grande Guerra – L’acrobata sull’acqua”, con 17 artisti tutti docenti di alcune Accademie di Belle Arti italiane che hanno rivisitato 17 poesie di guerra del grande poeta nato ad Alessandria d’Egitto. Tre edizioni, a Piacenza e a Milano de “La Piuma sul baratro” (Piazza Duomo e Palazzo Farnese a Piacenza, e Teatro Barrios’ a Milano), maratone poetiche e performance artistiche di 25 o 27 ore ininterrotte. Al Museo Mudec di Milano “La pelle dei Pittori e il sangue dei Poeti”, un incontro di 8 coppie tra artisti e poeti che hanno realizzato di fronte al pubblico presente una loro opera condivisa. Di notte, in una piazza di Piacenza, “L’infinito finite volte”, una performance sia individuale (ho letto per oltre sei ore consecutive L’infinito di Leopardi), sia collettiva con un dibattito tra scienziati e filosofi sul concetto d’infinito. Sempre di notte, ma alla Galleria Alberoni a Piacenza, “I Poeti e la Luna”, una notte magica tra poesia, arte, storia e scienza, nel cinquantesimo anniversario dello sbarco dell’uomo sulla Luna. Nel centro storico di Firenze, “La marcia silenziosa dei Poeti che portano il loro museo in regalo” e a Ravenna, fino alla tomba di Dante, “La marcia non silenziosa dei Poeti”; entrambe le performance hanno visto la partecipazione di un centinaio di poeti provenienti dall’Italia e dall’estero che hanno marciato a sostegno della sopravvivenza del Museo, in un momento di grave difficoltà economica. “Contagiamoci di Poesia”, si è trattato di una performance sulla Rete che ha coinvolto poeti e artisti da tutto il mondo, con registrazioni e filmati. Eravamo in piena pandemia e dopo 2 mesi di performance, abbiamo registrato oltre mille contributi, da 55 paesi. Altro grande momento di autentica commozione, la performance poetica a cura di tutto il direttivo del Museo, di fronte al capolavoro di Antonello da Messina dal titolo “Omaggio all’Ecce Homo”. Nell’anno di Dante, due differenti proposte: il “Convegno Multidisciplinare e Performativo – il Punto di fuga siamo noi”, un autentico esperimento, in cui a fianco alla consueta dimensione di studio, abbiamo affiancato delle autentiche irruzioni artistico musicali; a seguire, qualche mese dopo, l’intera lettura della Divina Commedia senza interruzioni e in 13 lingue differenti con poeti di tutto il mondo dal titolo “Cento Poeti per Cento Canti”. Per finire, è di questi giorni, “La soglia”, un reading poetico contro la guerra, in parte in presenza e in parte online su maxi schermo, svoltosi sulla soglia del Museo, nella piazzetta antistante, come segno simbolico di una soglia da non oltrepassare. Insomma il Piccolo Museo della Poesia ambisce a rendersi unico non solo in senso formale, ma soprattutto per le idee, per le proposte che mette in essere. Per noi non esistono steccati tra i diversi linguaggi artistici; la frequentazione, l’intreccio, la contaminazione tra le arti rappresentano, per chi ne fa parte e per chi ne fruisce, opportunità uniche che allargano qualitativamente le funzioni e le potenzialità dell’arte e della poesia.
Come nasce Ab umbra lumen, una “bi-personale sui generis” che origina dal dialogo tra il maestro del quadraturismo barocco Ferdinando Galli Bibiena e il Maestro Galliani? Quali aspetti ha, da curatore, valorizzato in questa narrazione dove luce ed ombra si alternano e fondono vicendevolmente, come lei ha ben espresso «Ombra che rischiara, luce che adombra»?
Premetto che per il sottoscritto, le relazioni tra le persone vengono sempre prima di qualsiasi progettualità. A Omar Galliani, oltre che una stima profonda, mi lega un’amicizia, una curiosità, un comune sentire che hanno reso possibile in questi anni diverse collaborazioni e codirezioni artistiche, persino al Mudec di Milano. La Mostra Ab Umbra Lumen – Galliani incontra Bibiena rappresenta, dal mio punto di vista, il coronamento di uno studio sulla prospettiva rovesciata in pittura e in poesia (che fu pubblicato nel 2017, sulla rivista Italian Poetry Review della Columbia University), nel quale paventavo un totale rovesciamento di ruoli e significati nella nostra contemporaneità. Con Omar e con i miei preziosissimi collaboratori del Museo, ci accorgemmo di quanti nessi (se pur rovesciati) esistessero tra l’affresco del Bibiena e i disegni chiaroscurali di Galliani. Pur essendo il Bibiena uno tra i Maestri del Barocco, in questa Sua Cupola, egli ha saputo conciliare una straordinaria molteplicità di colori, con un risultato tutt’altro che baroccheggiante. I colori di questo autentico capolavoro che, non dimentichiamolo, vengono realizzati all’interno della Chiesa di San Cristoforo, appaiono dimessi, offuscati, adombrati, in una parola tristeggianti. Al contrario in Galliani, il bianco, il nero, le infinite gradazioni di grigio, letteralmente, annunciano vitalità. In Galliani la luce, se pur a volte diafana, restituisce speranza e serenità; ci proietta cioè in una dimensione onirica, cosmica, persino mistica, dove le due facce di una stessa medaglia, dolore e felicità, si fondono in un solo grande respiro vitalizzante. A tutto questo detto, e tornando al tema della prospettiva senza tralasciare l’opposta contiguità tra Bibiena e Galliani, l’allestimento della Mostra si valorizza ulteriormente di una grande pedana rifrangente che tutto rovescia e moltiplica.
La mostra si sviluppa nei due ambienti della Chiesa (che ospita una selezione di grandi disegni su tavola, tra cui tre inediti) e della Biblioteca. Come è stata attuata la scelta delle opere di Galliani, che lei ha definito “Barocco per sottrazione”?
In una chiesa, e più in generale in uno spazio di grandissima rilevanza storico artistica, quando anche solo si ipotizza di realizzare una Mostra, occorre sempre, a mio avviso, partire dai numerosi vincoli e lavorare con assoluto rispetto di fantasia e creatività, affinché questi stessi vincoli si trasformino in sorprendenti opportunità. Le tre straordinarie opere inedite, ma anche le altre grandi opere collocate all’interno della Chiesa, sono state valutate e soppesate numerose volte, sempre in relazione al discorso fatto in precedenza, circa i significati della Mostra. Lo spazio della Biblioteca poetica del Museo, in sintonia con i suoi evidenti rimandi simbolici, accoglie invece alcune tra le più significative opere storiche di Galliani, in omaggio a un percorso artistico, coerente e sempre sorprendente che lo ha condotto fin qui.
Il Piccolo Museo della Poesia Chiesa di San Cristoforo è, inoltre, tra gli ideatori de LABiennale POESIA e oltre, kermesse che si sviluppa fino all’ottobre 2022, tra i tanti eventi leggiamo in particolare quello previsto il 21 maggio volto ad enfatizzare la natura poliedrica del Poeta di Casarsa Pier Paolo Pasolini. Può tracciare per noi le finalità di questa biennale e come si svilupperà l’evento dedicato a Pasolini? Ci può raccontare delle altre particolari iniziative portate avanti dal Museo, come la “cena poetica” e la “notte poetica”?
LABiennale di Poesia e Oltre è una grande iniziativa artistico culturale che, a partire da questo “anno zero”, avvierà una serie di eventi di poesia e arte in tre province italiane: Piacenza, Alessandria e Como.
Questi luoghi, dove operano altrettante istituzioni, “Piccolo Museo della Poesia di Piacenza”, “Biennale di Poesia di Alessandria” (la più antica Biennale di Poesia italiana) e “Casa della Poesia di Como” (che promuove il Festival Internazionale Europa in Versi), hanno deciso idealmente di fondersi, costituendo appunto questo nuovo grande contenitore d’idee che, a sua volta, è prontissimo ad accogliere altre istituzioni prestigiose, di altre città, che si “offrano” alla contaminazione e sperimentazione poetico artistica. Ribadisco questo è il nostro anno zero, e proprio in ragione della possibilità che questa offerta si allarghi quali quantitativamente, dal 2023 la programmazione si svilupperà sempre di più seguendo le inclinazioni di chi, autorevolmente, ne farà parte, sempre all’interno di una “cornice laboratoriale”.
Ab umbra lumen. Galliani incontra Bibiena
a cura di Massimo Silvotti
contributi critici di Elena Pontiggia e Giovanni Gazzaneo
23 aprile – 24 settembre 2022
Piccolo Museo della Poesia Chiesa di San Cristoforo
Angolo via Genocchi – via Gregorio X, Piacenza
Orari: dal 23 aprile al 30 luglio 2022 e dal 3 al 24 settembre 2022 da giovedì a domenica ore 11.00-19.00; chiuso nel mese di agosto
Catalogo puntoacapo Editrice, 2022
Con il contributo di: Banca di Piacenza, Fondazione di Piacenza e Vigevano, Confindustria Piacenza
Info: +39 347 0359629
direzionemuseopoesia@virgilio.it
www.museopoesia.it