VIGEVANO (PV) | Nuova strada sotterranea del Castello Sforzesco | 17 aprile – 8 giugno 2014
di MATTEO GALBIATI
La fotografia contemporanea sembra doversi obbligatoriamente piegare alle nuove tecnologie, alle ultime invenzioni e ritrovati del digitale. Eppure esistono ancora fotografi – forse quelli più puri – che non riescono a staccarsi dall’uso dell’analogico. Uno tra questi è Davide Bramante (1970) che, con la mostra Democracy ospitata negli spazi della Nuova Strada Sotterranea del Castello Sforzesco di Vigevano, dichiara con profondo trasporto la sua passione per questo tipo di lavoro che, nella sua ricerca, acquisisce un valore e un senso di forte e intenso spessore romantico. Questo non per un languore stereotipato che spesso si accosta all’immagine di un artista, quanto per un amore veramente incondizionato e sentito per questo tipo di fotografia.
Bramante ci ha raccontato dei tempi di esposizione, di come si muove la pellicola, dell’imprevedibilità dell’esito finale della fotografia che mai potrà essere determinato a priori, eppure a trapelare non era la conoscenza tecnica – fortissima – quanto l’attaccamento e l’emozione rivolto alla propria ricerca, alle proprie immagini. Immagini che vengono da dentro, dal profondo, e che sanno leggere il mondo con occhi diversi. Un amore che si riscontra negli artisti consapevoli, non certo nei meri tecnici di uno strumento.
Davide Bramante in questa mostra – che presenta lavori inediti sulle città di Milano, Firenze e Vigevano accanto a scatti degli ultimi dieci anni di lavoro e viaggi del fotografo – offre visioni di ambienti e luoghi facilmente riconoscibili. Bramante diventa uno straordinario cacciatore di immagini che, avido, sembra sempre volerne generare poi di nuove, fino a lasciar straripare la visione di altri e differenti contenuti.
Sempre con un ordine e una misura che ne diventano il tratto distintivo.
Sebbene nelle sue fotografie sappiamo ritrovarci entro i confini di spazi che, se non visitati, sono comunque presenti nella nostra memoria, questi devono essere esplorati sempre con curiosità, con quell’occhio attento che riesce – e deve – cogliere qualcosa di imprevedibilmente sconosciuto. Qualcosa di sospeso e indeterminato. Già perché le fotografie di Bramante ci guidano nel pieno di un’immaginazione trasognata che nelle sue tipiche visioni stratificate – queste lasciano sovrapporre e sedimentare riprese su riprese che nella trasparenza finale fondono e confondono i confini naturali delle cose – ci ripropone l’intensità del ricordo e della memoria. Come una sequenza filmica questi scatti – dentro ai quali lo sguardo sprofonda in un’atmosfera che muove all’infinito e all’indefinito – sembrano voler rendere tangibile la visione di un pensiero affiorato da reminiscenze vicine e lontane.
Bramante sovra-scrive scatti differenti che paiono da un lato allungare il tempo e lo spazio della pellicola e, dall’altro, dilatare la capacità di visione che si ha davanti a queste opere. Poco importa che siano dettagli o vedute dall’alto, che siano agglomerati urbani, monumenti o strade di periferia, quello che risulta forte è proprio il fremito di una temporalità sfalsata che confonde i confini del passato, del presente e del futuro di quei luoghi e, inevitabilmente, anche di noi e del nostro esserci. Potere forte dell’immaginazione che dall’artista passa istintivamente a chi osserva, il quale riesce sempre a ritagliarsi un suo spazio personalissimo di intuizione rispetto alla visione che ha davanti.
Le immagini di Bramante quindi, analizzando l’esito finale cui giungono, ci dicono quanto decantino sempre prima nella sua visione, nella sua mente e nella sua anima. Con un calcolo istintivo, ma sinceramente immediato. Queste opere, liricamente silenziose, vincono il caotico impatto visivo, che si potrebbe avere ad una prima sommaria visione, per aprirci allo spazio vero dell’incanto ritrovato nell’immagine.
Ecco perché non sarà mai un caso l’esito misterioso dello scatto (quello analogico tanto caro a Bramante), perché dentro ogni visione si raccoglie tutto il racconto di un poeta e tutta la conoscenza di un artista. Perché in ogni scatto si annida tanto sapere quanta passione, a dimostrazione di come quel viaggio di ri-scoperta del visibile non possa iniziare mai dal luogo ma sempre dentro di noi.
Davide Bramante. Democracy
organizzazione Comune di Vigevano – Assessorato alla Cultura
in collaborazione con la Galleria Poggiali e Forconi di Firenze
17 aprile – 8 giugno 2014
Nuova Strada Sotterranea del Castello Sforzesco
Piazza Ducale, Vigevano (PV)
Orari: da martedì a venerdì 15.00-18.30; sabato e domenica 10.30-18.30; chiuso lunedì
Info: Castello Sforzesco
+39 0381 691636
infopointcastello@comune.vigevano.pv.it
direzione_musei@comune.vigevano.pv.it
www.comune.vigevano.pv.it
Galleria Poggiali e Forconi
+39 055 287748
info@poggialieforconi.it
www.poggialieforconi.it