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VENEZIA | Fondazione Emilio e Annabianca Vedova | 13 aprile – 24 novembre 2024

di FRANCESCO FABRIS

La Fondazione Emilio e Annabianca Vedova di Venezia ospita la mostra personale Silentium dell’austriaco Eduard Angeli (Vienna, 1942), curata dal londinese Philip Rylands.
I Magazzini del Sale, celebre progetto di Renzo Piano che si presta perfettamente al tema dell’esposizione, accolgono un imponente corpus di 14 opere di grandi dimensioni (realizzate con diverse tecniche su tela) caratterizzate da una visione immota ed immobile del paesaggio urbano o marino, dall’assenza totale di figure umane e da una vuota atmosfera sospesa tra il simbolismo, la metafisica ed il surrealismo.
Per raggiungere l’effetto straniante l’artista utilizza la forza naturale di Venezia, il suo connaturato ruolo di limbo tra il cielo e il nulla, la sua impalpabilità e la conformazione sfuggente.
Nelle tele di Angeli, che siano lavorate con il carboncino, l’olio o il pastello, si respira una topografia confusa e non riconoscibile che l’artista mutua dalla città, e che trasforma in sensazione nebbiosa di straniamento e mancanza di riferimenti.
Tutti i soggetti scelti da Angeli – uno dei maggiori artisti contemporanei austriaci – sono invero più suggestivi che iconici, sebbene oscillino tra una rigida geometria ed una figurazione accentuata.
L’anima delle opere, però, risiede nell’atmosfera straniante ed evocativa propria di certi artisti impressionisti di fine ottocento che miravano a trasformare il paesaggio in concetto, in stato d’animo ed in idea. Esattamente come l’artista in esposizione, che da più di cinquant’anni pone al centro del proprio lavoro il tema del silenzio e della malinconia.

Eduard Angeli, Silentium, Fondazione Emilio e Annabianca Vedova, Venezia. Ph. Twin Studio

Questa “attivazione del pensiero” attraverso il medium della percezione sensoria di paesaggi sospesi ed immutati giunge al suo culmine nei lavori esposti, come detto di grandi dimensioni e dai toni immersivi.
In quelli, nostalgia, perdita di orientamento e memoria fungono da capisaldi per l’esperienza “onirica” che incute la città lagunare, non a caso scelta dall’artista come luogo di residenza e lavoro nella casa-atelier del Lido.
Le opere di Angeli sono volutamente spoglie, prive di dettagli e di una chiara collocazione topografica, dal momento che il reale protagonista della narrazione è proprio l’ignoto, l’al di là, l’invisibile e l’incomprensibile.
Da questa indotta ricerca visiva “interiore” nasce il quesito dello spettatore su dove si collochi la realtà e dove il sogno.
Paesaggi urbani ed impianti tecnici si presentano spogli e disabitati, intervallati solo da piccole e singole tracce dell’intervento umano – come è facile scorgere nelle opere Altoparlante (2012), Lanterna (2023) e l’Ombrellone (2017) – o lasciati alla loro anima fiabesca e sospesa, come nell’opera dedicata all’onirico borgo di Malamocco (2018).
Il forte intento rappresentativo dell’ignoto si scorge in Nebbia (2018), iconica immagine non solo di un caratteristico fenomeno atmosferico veneziano ma anche della impossibilità oggettiva di individuazione topografica del sito.

Eduard Angeli, Nebbia, 2018, carboncino su tela, 190×300 cm. Ph. Nikolaus Korab, Wien

Ad un occhio “indigeno” potrebbe invero sembrare la fondamenta delle Zattere da cui si intravvede la sagoma della chiesa del Redentore alla Giudecca ma, e qui sta il senso delle opere di Angeli, anche un non identificabile ed universale “limite” tra la terra ed il mare, tra il solido e l’inconsistente, tra il visibile e l’ignoto.
In altre parole, un simbolo su tela dei concetti metafisici di perdita ed assenza ma anche, inevitabilmente, di possibilità.


EDUARD ANGELI. SILENTIUM
a cura di Philip Rylands

13 aprile – 24 novembre 2024

Fondazione Emilio e Annabianca Vedova
Magazzino del Sale-Zattere, Dorsoduro 266, Venezia

Info: www.fondazionevedova.org

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