VENEZIA | Palazzo Grassi | 24 marzo 2019 – 6 gennaio 2020
di PIETRO BAZZOLI
Luc Tuymans (1958) non è soltanto un artista. È un uomo in grado di condensare, in pittura, una profonda narrazione che trova nelle immagini la propria dimensione elettiva. La Pelle, mostra personale ospitata a Palazzo Grassi di Venezia, racchiude in ottanta opere un’umanità intima e al contempo diretta, decostruita attraverso i capisaldi di una visone incapace di escludere alcuno.
Ammaliato dalla luce e dalle sue trasformazioni, Tuymans pare giocarvi sulla tela, ponendo consapevolmente i tasselli di ciò che sono le profonde relazioni tra tempo e memoria, tra ciò che è vero e ciò che è falso, tra atrocità e condizione umana. Sono spaccati, questi, di un dialogo complesso, sebbene estremamente limpido, che si avvale di ricordi nel porre l’accento su un dubbio intangibile.
Nessuna risposta, dunque, nessuna imposizione eccentrica o forzata, esplosa davanti agli occhi dell’osservatore nel vano tentativo di stupirlo (ancora una volta, se fosse ancora possibile): il contatto che si avverte, tra il proprio Io e le opere selezionate per la rassegna, è sussurrato, vive di una sorta di inquietudine difficile da ignorare.
Le ottanta opere oscillano tra figurativo e concettuale, ammantate da tonalità sorde e sfumature silenti, che denotato un’immobilità disarmante nel suo essere presente. La pittura, del resto, è “intrinseca – afferma Luc Tuymans – nella nostra cultura”, maldestra, diffidente nei confronti dell’immagine stessa; e tale diffidenza è propria del mondo contemporaneo. Quest’ultimo non abbraccia più la verità dell’essere, preferendo perdersi in un oceano di ulteriori quesiti; nel credo, mantra moderno spoglio di significati, che fuggire dal reale sia la sola risposta opportuna.
La materia digitale, di cui sono fatte le giornate odierne, appare ancora più inutile di fronte alle campiture di Tuymans, nei suoi movimenti unici e continui: le superfici assumono “una sorta di brivido gelido”, avvertito sulla pelle, concreto, immanente, evidente.
Si è di fronte a un fabbricatore d’immagini la cui meditazione frettolosa riaccende una scintilla antica, trasognata, che rinchiude il tempo in un ventaglio cromatico che disvela l’immagine stessa. Il suo gesto pittorico assume una connotazione che, in mancanza di definizioni migliori, Patricia Falguières definisce “un’aria di famiglia”, energia segreta che accomuna ogni suo lavoro.
Quella di Luc Tuymans è un’azione pittorica volta a palesare un quotidiano troppo spesso messo da parte, ai margini della coscienza, per mezzo di un’azione che tramite aspetti personali mette al bando una “falsificazione autentica” del reale. Prendendosi il rischio di una rappresentazione non del tutto fedele al tangibile, Tuymans nobilita l’errore, il vuoto, il difetto congenito proprio dell’esperienza umana, permettendo così a chiunque di riempire lo scarto esistente.
Nell’inespresso, allora, si va a insinuare il proprio ricordo, una riflessione, uno sguardo caduto, il vissuto di ognuno. Si giunge così, infine, a un ritratto che non può mentire, istantanea evanescente di quella che comunemente è chiamata “vita”.
Luc Tuymans. La Pelle
a cura di Caroline Bourgeois e Luc Tuymans
24 marzo 2019 – 6 giugno 2020
Palazzo Grassi
Campo San Samuele 3231, Venezia
Orari: tutti i giorni 10.00-19.00; ultimo ingresso ore 18.00; chiuso il martedì
Ingresso Palazzo Grassi + Punta della Dogana intero €18.00; ridotto €15.00
Info: +39 041 2001057
www.palazzograssi.it