Non sei registrato? Registrati.
VENEZIA | IN’EI | Fino al 14 maggio 2023

Intervista a HÉLÈNE DUBOIS, PATRICE DUMAND e PIETRO GAGLIANÒ di Matteo Galbiati

Non poteva che essere Venezia, storicamente legata all’Oriente, la città predestinata ad accogliere IN’EI, nuova galleria d’arte contemporanea che ha scelto, infatti, come mission esclusiva, quella di focalizzarsi sulla promozione in Europa di importanti artisti orientali del nostro tempo. Nello specifico, ad essere presenti nei palinsesti futuri della galleria, saranno le ricerche di autori provenienti da Cina, Giappone e Corea.
L’apertura ufficiale è stata momento di duplice importanza e rilevanza perché non solo si sono avviate le attività di questo spazio, ma è stata anche l’occasione per celebrare la prima mostra italiana dell’artista, fotografo e performer Gao Bo (1964). Un allestimento curato nei dettagli – con un incredibile equilibrio di senso tra tutte le opere presenti, dove non c’è il timore del vuoto e della sottrazione – favorisce l’immersione nella complessa e profonda poetica e nella specifica sensibilità dell’artista. Questa sua straordinaria presenza non è un semplice ritorno sulla scena artistica internazionale, piuttosto, come viene detto da più parti, è una vera e propria rinascita.
Ne abbiamo approfittato per una triplice intervista: ai galleristi, Hélène Dubois e Patrice Dumand, per approfondire la progettualità della loro galleria; al curatore della prima mostra, Pietro Gaglianò, per comprendere meglio i contenuti del progetto e per scoprire la forza espressiva e il carattere intellettuale di Bo, sempre capace di oltrepassare i confini della propria tradizione culturale:

GAO BO | OFFERTA Venezia-Himalaya, installation view, IN’EI, Venezia Ph. Francesco Niccolai Courtesy Galleria IN’EI

La scelta di aprire a Venezia, luogo che storicamente è ponte tra Occidente e Oriente, una galleria dedicata all’arte contemporanea dei paesi asiatici non pare certo un azzardo. Cosa, nello specifico, determina le vostre scelte? A quali paesi pensate di rivolgere la vostra attenzione?
Hélène Dubois – Patrice Dumand: Scritto da Jun’ichiro Tanizaki, il saggio Libro d’ombra – IN’EI RAISAN, sublime viatico all’estetica giapponese, è stato il punto di partenza di una passione per questo paese iniziata ormai 20 anni fa. Con il Giappone abbiamo via via stretto un rapporto speciale attraverso viaggi, incontri con architetti giapponesi e poi collezionando mobili giapponesi del XX e XXI secolo.
Quando abbiamo deciso di aprire la nostra galleria, abbiamo scelto di chiamarla IN’EI che significa “ombra” in giapponese (anche in cinese, lo abbiamo imparato dopo). E ci è sembrato naturale estendere il perimetro della nostra ricerca anche a Cina e Corea semplicemente perché abbiamo fatto bellissimi incontri, come quello con l’artista Gao Bo o con l’architetta Jinhee Park che presenteremo in una mostra dal prossimo 17 maggio come prima tappa del nostro percorso espositivo, pensato per tutta la durata di Biennale Architettura. Voglio solo aggiungere che abbiamo trovato molti punti in comune nell’approccio all’artigianato tra l’Italia e questi paesi. E in particolare proprio qui a Venezia, dove l’artigianato è ancora molto attivo persino con manifestazioni dedicate come, a esempio, Homo Faber.

GAO BO | OFFERTA Venezia-Himalaya, installation view (the artist), IN’EI, Venezia Ph. Francesco Niccolai Courtesy Galleria IN’EI

Osservando artisti che provengono da paesi così differenti, c’è una cifra stilistica comune che volete rilevare? Quali tematiche e poetiche interessano maggiormente la vostra attività rispetto alle culture asiatiche?
HD – PD: È vero che, a prima vista, possono risaltare soprattutto le differenze. Ma quello che ci interessa è la storia che accomuna queste culture e come uguali discipline possano esprimersi con diverse declinazioni, sviluppi, forme estetiche.
Grazie ai nostri continui incontri con artisti e artigiani, uno dei nostri prossimi desideri è esplorare ancora più a fondo il mondo dell’artigianato, e in particolare della ceramica, per contribuire a far conoscere le tradizioni e le pratiche creative molto diverse dei tre Paesi. Questo sarà uno dei punti salienti del calendario di IN’EI per il prossimo anno.

Quale riscontro avete avuto con Gao Bo. 高波 Offerta Venezia-Himalaya e perché avete proposto questo artista per inaugurare il vostro spazio?
HD – PD: Abbiamo avuto una buonissima accoglienza, anche da parte dei cittadini veneziani. Siamo particolarmente felici anche perché, in qualche maniera, siamo un nuovo player in questa città.
L’accoglienza da parte dei professionisti è stata altrettanto ottima, ma non ci siamo stupiti più di tanto perché le (rare) mostre di Gao Bo hanno sempre incontrato un pubblico numeroso ed entusiasta. Volevamo cominciare con qualche cosa di veramente straordinario. Magari qualcuno può aver pensato che 高波 Offerta Venezia-Himalaya fosse una mostra più adatta per un museo (o degna di una fondazione) che un’esposizione per galleria. Lo prendiamo come un complimento!

GAO BO | OFFERTA Venezia-Himalaya, installation view, IN’EI, Venezia Ph. Francesco Niccolai Courtesy Galleria IN’EI

Questa personale è un momento importante per l’artista: con questa mostra Gao Bo torna nella platea internazionale dell’arte. Come avete preparato questo progetto espositivo?
Pietro Gaglianò: Gao Bo incarna in modo originale e autentico il nucleo del progetto di IN’EI, alla convergenza tra Asia orientale e Europa. Il suo lavoro è una trama di temi e soggetti, in gran parte radicati negli anni della sua formazione e della sua carriera giovanile, tessuti con un linguaggio unico, partecipe di entrambi i mondi, ricco e consapevole della varietà, della vastità di ogni ascendenza culturale. Il progetto per la mostra raccoglie e sintetizza tutta l’area della sua ricerca basata nella relazione con il Tibet, declinata qui come il racconto di un viaggio circolare che include la vita dell’artista, la storia di un popolo, la memoria di tutti. Le opere in mostra sono ramificazioni, riemersioni, trasformazioni di lavori sottoposti a una continua riflessione e in questi termini nasce la mostra, come un dialogo tra artista, curatore, galleristi, su cosa mostrare, cosa tacere, cosa rievocare. Ne nasce una mostra densa ma anche, credo, tesa verso un ulteriore orizzonte. Un artista non si riposa mai, e il suo lavoro indica questa proiezione continua verso nuovi sviluppi.

GAO BO | OFFERTA Venezia-Himalaya, installation view, IN’EI, Venezia Ph. Francesco Niccolai Courtesy Galleria IN’EI

Quali sono i temi rilevanti che lo definiscono, snodandosi la sua pratica tra installazione, fotografia, scultura, libri d’artista, atti performativi? Cosa connota il suo fare?
PG: Come raccontare l’indicibile? Forse è questa la domanda più urgente che anima il lavoro di Gao Bo, sia politicamente sia poeticamente. La vicenda del Tibet, la sua storia millenaria, la cronaca degli ultimi decenni vengono indagati e svolti da Gao Bo con supporti diversi, ma con una forte unitarietà. Tutte le opere orientano l’attenzione del visitatore verso questo interrogativo: come dirlo, come posso farlo senza usare una lingua che non sia pericolosa? Ne nasce il lavoro sulla scrittura (un linguaggio di grafemi che condensano gli alfabeti cinese, tibetano e latino), ne nascono tutti i lavori che hanno al centro il corpo, come soggetto, come medium, sia in prima persona sia attraverso la testimonianza della sua vulnerabilità, con il sangue, ne nasce la potente installazione con mille volti muti impressi sulla superficie imperfetta delle pietre.

L’allestimento della mostra, a mio avviso, dà misura immediata di questo suo universo estetico e artistico. Le opere trovano una misura “giusta” nello spazio e nel dialogo reciproco. Ci introduci brevemente i singoli lavori esposti?
PG: La mostra è profondamente pensata per lo spazio. Ogni opera è stata scelta per articolare un percorso che tenesse conto non solo dell’architettura, ma anche del giardino e, soprattutto, del paesaggio urbano circostante, quello unico e irripetibile di Venezia. Questo restituisce una straordinaria organicità, al punto che l’installazione principale si è composta anche con una performance che ha coinvolto il pubblico in un rito collettivo, portando alcuni pezzi dal canale fino alla galleria.

GAO BO | OFFERTA Venezia-Himalaya, installation view, IN’EI, Venezia Ph. Francesco Niccolai Courtesy Galleria IN’EI

La tua linea critica è di rara coerenza nei principi fondanti la tua ricerca di storico: quali sono i punti di contatto profondi con Gao Bo?
PG: La dimensione politica della ricerca di Gao Bo apre uno scenario sul quale mi interrogo da sempre: quale possibilità ha l’arte di intervenire sulle cose del mondo? Gao Bo affronta tale questione in modo profondo, quasi analitico, e trova una sintesi perfetta nel declinare ogni opera come una continua domanda che parte da fatti particolari, ma si rivolge a un pubblico universale. Al centro di alcuni miei libri e progetti pedagogici c’è lavoro sulla memoria e sulla sua monumentalizzazione. Nel rapporto che Gao Bo ha intrecciato con la vicenda tibetana, in un’opera che parla tacendo, in una memoria di pietra destinata, però, alla dissipazione, in un ritorno che guarda alla dispersione nel paesaggio, ho trovato molte risposte, e anche nuovi interrogativi.

Gao Bo. 高波 Offerta Venezia-Himalaya
Gao Bo. 高波 Scritture dallHimalaya
a cura di Pietro Gaglianò

14 marzo – 24 aprile 2023 (Offerta Venezia-Himalaya)

29 aprile – 14 maggio 2023 (Scritture dallHimalaya)

IN’EI
Sestiere San Polo 1100, Venezia

Orari: da martedì a sabato 11.00-19.00

Info: info@in-ei.it
www.in-ei.it

Condividi su...
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •