PARIGI | Galerie Perrotin | Fino al 23 dicembre 2016
di Stefano Bianchi
È la dodicesima volta, in 20 anni, che Takashi Murakami espone alla Galerie Perrotin di Parigi. Stavolta, però, lo fa in modo magistrale con Learning The Magic Of Painting: mettendosi anzitutto in gioco come automa meccanico camuffato da Arhat (uno dei 500 saggi al servizio del Buddha, che accompagna il ciclo della vita attraverso le sue tragicità, violenze, meraviglie) e spettacolarizzando ai massimi livelli la propria arte in un caleidoscopico intreccio di visioni che si traducono in una quarantina di opere, nuovissime e recenti:
«I lavori di questa mostra sono anche reminiscenze di ciò che ho imparato durante il mio viaggio d’apprendimento», tiene a precisare Murakami. «A modo mio, ho continuato la mia strada in tutta sincerità, ma sono ancora lontano dal raggiungere l’essenza della magia come io la intendo».
Non è più l’eterno adolescente che a pennellate di Pop Art sublimava manga (fumetti giapponesi), anime (film d’animazione) e l’estetica popolare kawaii fatta di amabili carinerie. Takashi Murakami si è scoperto adulto all’improvviso, nel 2011, dopo il disastro nucleare di Fukushima in seguito al terremoto e allo tsunami di Sendai e del Tōhoku. Ha mutato in profondità il suo lavoro, ma senza esternare la paura. Semmai, la consapevolezza di quanto sia ineluttabile il nostro destino. Sicché non solo è emblematico l’affresco su più pannelli intitolato A Picture Of Lives Wriggling In The Forest At The Deep End Of The Universe che riprende le iconiche caratterizzazioni a lui più care (dal fumettistico alter ego Mr. DOB al suo feroce “morphing” Gero Tan; da Dragon a Panda, fino a mitologici animali come leone, elefante, tigre, capra), ma anche i dipinti con la religiosità degli Arhat in evidenza.
La serie Ensō (“cerchio”) simboleggia invece nel Buddismo Zen il vuoto, il buco nero, la voragine che nello specifico ferisce At Our Side, Bending Space-Time (dove Murakami si raffigura come una sorta di salvifico Piccolo Principe), nonché l’unità e l’infinito come forme di una serena meditazione spirituale. Ensō è il prerequisito dell’atto creativo. L’attimo in cui la mente permette al corpo di creare: «Da quando diciannovenne ho iniziato a dipingere, fino a oggi che ho compiuto 54 anni, ho imparato e sto ancora cercando d’imparare la magia della pittura», dichiara spesso l’artista che dal 2007 dipinge le grandi figure del Buddismo (in particolare il fondatore della scuola Zen, Daruma il Grande) alimentando il proprio percorso spirituale.
Altri grandi motivi d’interesse di Learning The Magic Of Painting sono gli omaggi appassionati a Francis Bacon in una nuova serie di dittici e trittici fra cui Study For Head Of Isabel Rawsthorne And George
Dyer, che polarizzano ritratti e sagome allucinogene, tormentate, cromaticamente psichedeliche; e i quadri liberamente ispirati a Ogata Kōrin, artista del 17° secolo i cui motivi con i crisantemi bianchi hanno profondamente influenzato Murakami. I suoi fiori, in questo caso, si stagliano su sfondi a foglia d’oro o di platino nella più pura tradizione nipponica, adagiandosi su una miriade di teschi che evocano il “memento mori” in un delicato contrasto con la fragilità delle eteree piante.
Da un’opera all’altra, infine, ricorrono quei “leitmotifs” decorativi che “griffano” da un ventennio il suo fare arte. Il teschio, che è al tempo stesso simbolo dell’impermanenza della nostra vita (come nel Buddismo); concetto di “vaniitas” secondo la tradizione occidentale; Monogram pubblicitario a rilievo sullo sfondo degli straordinari monocromi in mostra (quasi a ricordare la collaborazione con l’iconico marchio Louis Vuitton). E i motivi astratti? Talvolta riempiono interi dipinti liberando ipnotiche visioni e fenomeni cosmici, coinvolgendo rimandi all’Espressionismo Astratto, citazioni al “graffitismo” di Cy Twombly e, per quanto riguarda il Black Hole della serie Ensō, ai Ben-Day dots utilizzati da Roy Lichtenstein e Sigmar Polke.
Takashi Murakami. Learning The Magic Of Painting
Fino al 23 dicembre 2016
Galerie Perrotin
76 Rue de Turenne e 10 Impasse Saint-Claude, Parigi
Info: 0033 1 42167979
paris@perrotin.com
www.perrotin.com