PARIGI | Galerie Tornabuoni Art Paris | 26 aprile – 20 luglio 2013
Intervista a FRANCESCA PICCOLBONI di Ilaria Bignotti
È in corso a Parigi, negli ampi spazi della sede francese di Tornabuoni Arte, una importante esposizione dedicata alle ricerche pittoriche che tornarono all’uso del bianco, unico colore destinato a invadere la tela, a ricoprire gli oggetti e le trame dei diversi materiali utilizzati, a diventare anche luce e ombra delle creazioni artistiche esposte. Abbiamo per questo rivolto alcune domande a Francesca Piccolboni, direttrice della Galleria.
La mostra Bianco Italia sceglie la monocromia per raccontare una vicenda dell’arte del nostro Paese, avviatasi dal secondo dopoguerra e destinata a rivoluzionare i linguaggi creativi attraverso, anche, l’uso del monocolore. Come vede percepita e vissuta l’arte italiana di questo periodo nella capitale francese?
Il passaggio alla monocromia e all’astrattismo è un momento chiave nella storia dell’arte italiana e sicuramente anche uno dei più conosciuti e apprezzati a livello internazionale. Nel 1946 Lucio Fontana scriveva nel Manifesto blanco: “io non voglio fare un quadro, voglio creare uno spazio, aprire all’arte una nuova dimensione”. A me pare che questo sia il passaggio a una dimensione concettuale e non più narrativa dell’opera d’arte, che influenzerà un’intera generazione di artisti dalla fine degli anni ‘50 in poi. Il bianco è l’assoluta semplificazione di questo gesto rivoluzionario e apre le porte alle sperimentazioni sulla luce e lo spazio. La mostra che abbiamo allestito racconta come la ricerca sul monocromo si sviluppi a Milano attorno alla figura di Lucio Fontana, attraverso il gruppo Azimuth con Piero Manzoni e Enrico Castellani e prenda poi direzioni differenti nella ricerca di Alberto Burri, Salvatore Scarpitta, Alighiero Boetti, Pier Paolo Calzolari, Jannis Kounellis, Mario Ceroli…
Per quanto riguarda la ricezione dell’arte italiana in Francia, abbiamo riscontrato un interesse crescente e molta curiosità non solo per gli esponenti più conosciuti di questo periodo come Lucio Fontana, Alighiero Boetti, Alberto Burri, Piero Manzoni, ma anche per artisti meno conosciuti a livello internazionale. La nostra recente retrospettiva su Giuseppe Capogrossi ne è stata una conferma: registrando picchi di 60 visite giornaliere, ha riscosso grande entusiasmo tra la stampa e i visitatori.
Inoltre le crescenti acquisizioni ed esposizioni di arte italiana nei musei francesi contribuiscono ad accrescere l’interesse del pubblico e del collezionismo internazionale: penso alla recente integrazione della Cassa Sistina di Mario Ceroli nelle collezioni del Centro Pompidou o l’esposizione di Michelangelo Pistoletto ora in corso al Louvre.
Gli artisti presenti in mostra appartengono a ricerche anche molto diverse tra loro. Esistono a suo parere alcuni comuni denominatori, alcuni rimandi, oltre alla presenza del Bianco, tra le varie opere esposte? Se sì, quali?
Nel secondo dopoguerra italiano la scelta del monocromo bianco, il “non colore”, riflette l’idea di fare tabula rasa, andare oltre la pittura, oltre la scultura. Conquistare lo spazio. La scelta del monocromo bianco è la massima espressione della negazione della precedente tradizione pittorica. Per gli artisti italiani il bianco si traduce nella sovrapposizione di materia pittorica, la materialità dell’oggetto resta presente.
In mostra vi sono anche alcuni artisti appartenenti alle generazioni attuali. Ce ne vuole parlare?
Parallelamente alle retrospettive dedicate ai maestri italiani, la galleria Tornabuoni Art porta avanti un impegno nella promozione di artisti emergenti. Una volta l’anno lo spazio espositivo a Parigi è dedicato a un artista contemporaneo: con questo intento sono nate le esposizioni Nakis Panayotidis, Louis Boudreault, Soly Cissé. Allo stesso modo, per le mostre collettive, la galleria dà spazio alla nuova creazione. Nella mostra Bianco Italia abbiamo scelto di valorizzare il lavoro di due giovani artisti italiani: Francesca Pasquali e Maurizio Travagli. Quest’ultimo, nato nel 1972 a Firenze, presenta una scultura di luce. Le sue opere sono presenti in molte collezioni pubbliche e private d’Europa, Russia e Emirati Arabi.
Il lavoro di Francesca Pasquali, giovane artista di Bologna, passa dalla fonderia, all’incisione, dalla fotografia al design. Influenzata dalle teorie dell’arte informale e dalle ricerche dell’Arte Povera l’artista impiega oggetti quotidiani dando loro un nuovo valore estetico.
Come si colloca questa mostra rispetto alla programmazione espositiva della Galleria? Può darci alcune anticipazioni in merito ai prossimi appuntamenti in Galleria?
La galleria Tornabuoni Art realizza ogni anno un programma di retrospettive dedicate agli artisti italiani del XX secolo. Lucio Fontana nel 2009, Alighiero Boetti e Mario Ceroli nel 2010, Arnaldo Pomodoro e Enrico Castellani nel 2011, Mimmo Rotella nel 2012 e infine Giuseppe Capogrossi nel 2013. Ogni mostra è creata in relazione diretta con gli artisti o con le fondazioni che li rappresentano e documentata da un catalogo.
Parallelamente alle mostre personali, la galleria propone un approccio diverso alla collezione attraverso delle esposizioni collettive pensate sotto forma di “carta bianca” a commissari d’esposizione. Su questa linea sono nate mostre come Monochrome sous tension, curata da Matthieu Poirier, che ha ricostruito il dialogo tra artisti italiani del dopoguerra (Lucio Fontana, Enrico Castellani, Piero Manzoni) ed artisti contemporanei internazionali (Anish Kapoor, François Morellet, Laurent Grasso) oppure Tout feu tout flamme, curata da Daniel Abadie, che ha ricostruito un itinerario intorno al fuoco, attraverso le opere di Yves Klein, Alberto Burri, Arman, Pier Paolo Calzolari, Claudio Parmiggiani, Christian Boltanski etc. In questo quadro si inserisce anche la mostra Bianco Italia, curata da Dominique Stella, presentata alla galleria dal 26 aprile al 20 luglio 2013.
Tornabuoni Art sta preparando una retrospettiva su Dadamaino per il prossimo autunno e una mostra dedicata a Piero Dorazio che aprirà a gennaio dell’anno prossimo.
Bianco Italia
a cura di Dominique Stella
Artisti: Vincenzo Agnetti, Pablo Atchugarry, Alberto Biasi, Alighiero Boetti, Agostino Bonalumi, Alberto Burri, Pier Paolo Calzolari, Giuseppe Capogrossi, Enrico Castellani, Mario Ceroli, Gianni Colombo, Dadamaino, Lucio Fontana, Piero Manzoni, Fabio Mauri, Giulio Paolini, Francesca Pasquali, Angelo Savelli, Salvatore Scarpitta, Paolo Scheggi, Turi Simeti, Patrizio Travagli, Nanda Vigo
Galerie Tornabuoni Art Paris
Avenue Matignon 16, Parigi
Orari: lunedì-sabato 10-18.30
Info: +33 01 53535151
info@tornabuoniart.fr
www.tornabuoniart.fr