MILANO | Palazzo Reale | 18 ottobre 2018 – 17 febbraio 2019
di MATTEO GALBIATI
Fu lo stesso Picasso a scegliere Milano come città ideale, interpretandone con continuità la visione antebellica, ad ospitare il suo massimo capolavoro in una mostra epocale e che ha scritto la storia, non solo dell’artista, ma anche della sede prescelta, Palazzo Reale. Era il 1953 e il capolavoro in questione era Guernica.
Da allora sembra essersi instaurato un legame speciale e profondo tra Pablo Picasso (1881-1973) e il capoluogo lombardo che, con Parigi e Madrid, può annoverarsi tranquillamente tra le capitali elettive per l’opera del maestro spagnolo. A quella storica occasione, infatti, a Milano fecero poi seguito, a distanza, anche quelle del 2001 e del 2012 fin ad arrivare a questo attuale nuovo grande progetto che, intitolato Picasso. Metamorfosi, riporta attenzione sull’opera picassiana seguendo l’itinerario del confronto con il mito e la classicità.
Inserita nel palinsesto internazionale di eventi Picasso-Méditerranée promosso dal Musée Picasso di Parigi, questa mostra non ripete e non delude, anzi, grazie a prestiti eccezionali che hanno coinvolto le maggiori istituzioni internazionali, riesce a regalare al grande pubblico molte opere poco conosciute, se non inedite del maestro, a testimonianza dell’ampia ricerca di Picasso che qui, a dispetto del tema, si manifesta in ogni sua esternazione e trascrizione, dalla scultura alla pittura, dal disegno alla grafica, dalla ceramica all’installazione. Una mostra davvero impressionante che dissipa ogni dubbio o ogni commento pregiudiziale e avventato: non c’è solo un nome di richiamo (uno di quelli d’eccellenza), qui c’è la sostanza di un progetto attentamente studiato che, pensando alle radici mediterranee dell’artista e ai suoi contini rimandi all’arte classica antica, quella greco-romana che ammirava esposta al Louvre, costruisce un percorso, suddiviso in sei sezioni tematiche, immersivo e carico di stimoli, suggestioni e spunti di riflessione.
Il mito e la classicità e la modernità della visione picassiana sono allora gli ingredienti fondamentali per una mostra che, per l’efficacia del suo impianto, permette a chiunque di leggere i rapporti che legano le opere tra loro, di comprendere le interpretazioni delle fonti agite da Picasso, assecondando lo sguardo con corrispondenze precise e inequivocabili. Il sobrio allestimento, la pulizia e il rigore con in cui gli oltre 200 capolavori sono stati ridistribuiti, non fiacca mai lo sguardo e lo lascia desideroso di proseguire nella ricerca di nuovi e altri termini di confronto.
In effetti, chi visita la mostra si rende conto di poter seguire il percorso semantico di due mostre, il cui equilibrio e la cui esattezza ne lasciano generare una terza che somma i percorsi paralleli dedicati a Picasso e all’antichità. Un merito indiscutibile questo che, senza trasgredire ad una precisa volontà espositiva, di aderenza al tema proposto e, in rispetto alla sede istituzionale ospitante, lascia ammirati per la sua spiccata originalità di proposta e di contenuti.
Tutti i pezzi presenti non si accostano solo uno all’altro, ma riescono ad attivare un vero e proprio dialogo stretto che parla e narra al visitatore persuadendolo e stimolando la sua interpretazione critica spinta a recepire l’idea e il senso dell’ispirazione che la storia antica ha potuto esercitare anche su un rivoluzionario delle estetiche e dei linguaggi artistici come lo è stato Picasso. Un mito dentro al mito, un mito per il mito.
L’archetipo originario, la metamorfosi delle forme e la fantasia dell’invenzione si traducono in una mostra che avvicina e unisce storie lontane e distanti che ancora sanno essere attuali e vive nella bellezza che donano all’immaginazione.
I rituali delle grandi mostre qui non si celebrano limitandosi alle enfatiche proposte di un titolo o in promesse spesso disattese, chi visita la mostra (fortemente consigliata e imprendibile, davvero mostra di punta della stagione espositiva milanese) ha modo di uscire soddisfatto e appagato, fortemente impressionato per qualcosa che non solo ha permesso di allineare davanti ai propri occhi grandi e magnificenti capolavori, ma anche, forse di più, per quel convincimento che si radica nella memoria e attiva il pensiero e la riflessione.
La suggestione del ricordo, di una storia raccontata e percepita, nei suoi contenuti e nelle sue tematiche, è il regalo più grande che una mostra come questa può fare andando ben oltre i confini del luogo stesso, ben oltre le storie presentate, oltre il grande nome del maestro o i prestiti concessi; esplorata l’intimità della reciprocità tra Picasso e l’antichità, la poesia e l’equilibrio di questo progetto mettono al centro lo sguardo di chi osserva non lasciandolo mai passivo visitatore, ma lo comprendono come attivatore di confronti, di analisi, di considerazioni che s’imprimono nella memoria come tracce indelebili che durano ben oltre la visita all’esposizione. Permangono nel tempo e danno emozione. Un esito importante questo, che supera ogni aspettativa e ogni atteso altro risultato numerico.
Picasso. Metamorfosi
a cura di Pascale Picard
mostra promossa e prodotta da Comune di Milano, Palazzo Reale, MondoMostre Skira
allestimento Pierluigi Cerri
nell’ambito del progetto Picasso-Méditerranée promossa da Musée Picasso, Parigi
main sponsor M&G International Investments
catalogo Skira
18 ottobre 2018 – 17 febbraio 2019
Palazzo Reale
Piazza Duomo 12, Milano
Orari: lunedì 14.30-19.30 (dalle 9.00 alle 14.00 riservato alle scuole); da martedì a venerdì e domenica 9.30-19.30; giovedì e sabato 9.30-22.30; ultimo ingresso un’ora prima della chiusura
Ingresso intero
Info e prevendite: +39 02 92897755 singoli
+39 02 92897793 gruppi
www.palazzorealemilano.it
www.mostrapicassomilano.it