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FIRENZE | MUSEO DEL NOVECENTO E MUSEO DEGLI INNOCENTI | Fino al 20 ottobre 2024

di ALICE BARONTINI

Louise Bourgeois in Florence è un progetto che porta per la prima volta a Firenze la ricerca dell’artista francese, con una mostra diffusa in due diversi poli museali cittadini. Da un lato il Museo del Novecento che nell’architettura delle Ex Leopoldine (un complesso dall’intensa vocazione sociale, gestito per secoli da comunità femminili) ospita la mostra Do not Abandon me e dall’altro il Museo degli Innocenti dove, proprio negli spazi che nel 1419 ospitarono bimbi privi di cure familiari, è ora allestita simbolicamente l’opera Cell XVIII (Portrait).

L’idea di base del progetto è quella di lavorare anche sul contesto, creando un dialogo vivo e connessioni inedite tra opere e spazi espositivi, intrecciando così corrispondenze tra gli aspetti storico culturali degli ambienti e alcune tematiche potenti affrontate dall’artista: in particolare il rapporto madre-figlio e il sentimento dell’abbandono. La rielaborazione dei ricordi e delle dinamiche vissute all’interno del microcosmo familiare, soprattutto durante l’infanzia francese è, del resto, il principale motore alla base della ricerca artistica di Bourgeois, nata a Parigi nel 1911 e morta a NY nel 2010.

«La mia infanzia – dichiarerà nel 1994 – non ha mai perduto la sua magia e il suo mistero, non ha mai perduto la sua drammaticità. Tutto il mio lavoro degli ultimi cinquant’anni, tutti i miei soggetti sono ispirati dalla mia infanzia». In particolare a caratterizzare i ricordi dell’infanzia dell’artista e a dare vita a quel senso di abbandono così presente nella sua arte fu – oltre allo sfondo tragico della Prima Guerra Mondiale – il rapporto complicato con i genitori, i quali gestivano un laboratorio di restauro di arazzi alle porte di Parigi.

Installation view of “Louise Bourgeois, Do not Abandon Me” – Museo Novecento, 2024, Photo by Ela Bialkowska, OKNO STUDIO, The Easton Foundation /Licensed by SIAE Italy and VAGA at Artist Rights Society (ARS) Ny

Tra gouaches, disegni, installazioni e sculture di varie dimensioni e materiali (stoffa, marmo, bronzo) sono in tutto un centinaio le opere che compongono la mostra al Museo del Novecento, curata da Sergio Risaliti e Philip Larratt-Smith (archivista di Bourgeois fino alla scomparsa dell’artista), in collaborazione con The Easton Foundation.

Appena entrato, il visitatore è accolto dal “soggetto di maggior successo” dell’arte di Bourgeois: il ragno. La grande scultura Spider Couple del 2003, allestita nel chiostro e raffigurante una coppia di ragni – probabilmente madre e figlio – è, infatti, il fulcro fisico e concettuale attorno a cui ruota tutta l’esposizione, capace di anticipare e insieme tessere il filo della narrazione. Per l’artista, infatti, il ragno è simbolo della figura materna, portatore di significati duplici e contrastanti essendo al tempo stesso predatore da un lato e protettore e riparatore dall’altro.

Installation view of “Louise Bourgeois, Do not Abandon Me” – Museo Novecento, 2024, Photo by Ela Bialkowska, OKNO STUDIO, The Easton Foundation /Licensed by SIAE Italy and VAGA at Artist Rights Society (ARS) Ny

Muovendosi tra le sale, a colpire è sicuramente l’ampio corpus di gouaches rosse, declinate in varie tonalità e realizzate da Bourgeois a partire dal 2000. Si tratta di una collezione cospicua, che è il cuore pulsante della mostra; una sorta di leitmotiv ossessivo che accompagna lo spettatore da una sala all’altra, evocando fluidi corporei come il sangue o il liquido amniotico. Con la tecnica del “bagnato su bagnato” Bourgeois esplora così il ciclo vitale, parlandoci di sessualità, procreazione, nascita, maternità, dipendenza, coppia, fertilità, abbandoni e connessioni.

Ne emerge un groviglio intricato di pulsioni, desideri, conflitti, timori, mente, corpi, fluidi, organi. Da Pregnant Woman dal 2008 a Les Fleurs: Faith Hope Charity del 2009 passando attraverso The Feeeding del 2007… gli opposti sembrano convergere nelle opere fortemente autobiografiche di Louise Bourgeois, la quale ha fatto dell’arte il mezzo eletto per esplorare l’inquietudine dell’inconscio attraverso il corpo, senza intermediazioni o edulcorazioni, con lo scopo di alleviare i traumi più dolorosi e indagare le complesse dinamiche della psiche umana.

Al piano superiore della mostra, giocata su più livelli, è da segnalare anche Spider, una scultura (mai esposta prima) raffigurante un ragno in acciaio con un uovo in marmo bianco. Un’opera che fa tornare alla mente, tra l’altro, il rapporto tra la Bourgeois e Carrara, città in cui l’artista a partire dagli anni ’60 si recò spesso per soggiorni lunghi anche diversi mesi, lavorando con cave e fonderie del posto. Interessante anche la collaborazione con l’artista britannica Tracey Emin (Margate, 1963): in mostra sono presenti 16 stampe digitali in tessuto nate proprio dall’incontro tra le due. Infine, una sala ospita il film Louis Bourgeois, Partial Recall del 1983, già proiettato nell’atrio del Museum of Modern Art di New York in occasione della prima retrospettiva dedicata all’artista.

Installation view of “Louise Bourgeois, Do not Abandon Me” – Museo Novecento, 2024, Photo by Ela Bialkowska, OKNO STUDIO, The Easton Foundation /Licensed by SIAE Italy and VAGA at Artist Rights Society (ARS) Ny

La visita si completa con un’appendice agli Innocenti dove si trova Cell XVIII (Portrait) del 2000, un’installazione scelta da Philip Larratt-Smith con Arabella Natalini, direttrice scientifica del Museo degli Innocenti e Stefania Rispoli, curatrice del Museo Novecento. Si tratta di un’installazione di forte impatto visivo che stabilisce un dialogo tra lo spazio interno dell’opera (entro cui sono custoditi ricordi, memorie, reperti) e quello esterno del complesso museale, disegnato nel ‘400 da Filippo Brunelleschi e contenente una delle istituzioni più antiche al mondo, da sei secoli dedita alla promozione dei diritti dei bambini.

In contemporanea al progetto fiorentino si svolgono altre mostre in altre città italiane, sempre dedicate all’artista. Fino al 15 settembre alla Galleria Borghese (L’inconscio della memoria – leggi qui) e a Villa Medici (No exit) di Roma. A Napoli è visitabile, invece, Rare Language alla Galleria Trisorio, fino al 28 settembre.

Louise Bourgeois in Florence

22 giugno – 20 ottobre 2024

Do Not Abandon Me
A cura di Philip Larratt-Smith e Sergio Risaliti
Museo Novecento, Firenze28

Info: https://www.museonovecento.it/

Cell XVIII (Portrait)
a cura di Philip Larratt-Smith con Arabella Natalini e Stefania Rispoli
Museo degli Innocenti, Firenze

Info: https://www.museodeglinnocenti.it/mostre/

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