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BONDO (SELLA GIUDICARIE) | Chiesa di San Barnaba | 15 luglio – 28 agosto 2022

La poetica di Willy Verginer, uno degli scultori più importanti in Italia e all’estero, e il tema del giardino dell’Eden nella Divina Commedia si incontrano nella chiesa di San Barnaba a Bondo per aprire un dialogo al presente. La mostra Il giardino perduto. Purgatorio e Antropocene, in corso dal 15 luglio al 28 agosto, costituisce la seconda tappa di una trilogia che il Comune di Sella Giudicarie dedica ai 700 anni dalla scomparsa del Sommo Poeta.

Willy Verginer. Il giardino perduto, veduta della mostra, Chiesa di San Barnaba, Bondo, foto: Egon Dejori

L’esposizione ha impegnato l’artista gardenese in un lavoro site specific che mette al centro il drammatico lamento del nostro giardino-pianeta. Una narrazione che ha l’intensità e la grazia di Willy Verginer, artista di levatura internazionale (nel 2017 ha esposto una grande installazione sul tema dell’ambiente alla galleria Wasserman di Detroit in Michigan) che mantiene il suo laboratorio-atelier a Ortisei, in un rapporto stretto, necessario ed esistenziale con la natura e con il paesaggio alpino. Il luogo che ospita la mostra, la chiesa di San Barnaba, da anni accoglie nella sua architettura barocca i diversi linguaggi dell’arte, con un ruolo crescente nell’ambito dei poli espositivi trentini.

L’idea di un cammino di crescita in virtù, centrale nel Purgatorio dantesco, si traduce nel percorso della mostra in una riflessione sul presente, segnato dall’impatto sempre più insostenibile dell’uomo sulla Terra, per aprire un varco nel dibattito, ormai ampiamente prioritario, sul tema dell’Antropocene. Il progetto espositivo lo affronta da una prospettiva artistica che mette in scena il contrasto tra gli sguardi umani, immersi nel mondo virtuale e tecnologico, e una natura interrogante rappresentata dagli animali scolpiti nel legno da Willy Verginer, tolti dal buio e messi in luce in un momento di centralità.

Willy Verginer. Il giardino perduto, veduta della mostra, Chiesa di San Barnaba, Bondo, foto: Egon Dejori

Willy Verginer. Il giardino perduto, veduta della mostra, Chiesa di San Barnaba, Bondo, foto: Egon Dejori

Un tema di vibrante attualità quello del cambiamento climatico che provoca smottamenti e che disorienta l’Homo Sapiens, abituato a pensarsi al centro del creato. Così l’uomo color argento al centro della navata, scolpito da Willy Verginer con un copricapo colorato formato da una serie di telefoni cellulari che gli copre la vista, rende evidente il disorientamento di una società sbilanciata nella visione dalla moltitudine di schermi che frequenta e che abita. Un uomo schermato dalla realtà e distratto dallo zapping mentale sui diversi schermi, nell’illusoria indicizzazione dei propri paradisi. Un uomo che si è scordato di essere solo una parte e non il tutto, rimuovendo la drammatica verità che se il giardino-pianeta soccombe, identica sorte tocca a chi lo abita. La profonda conoscenza della natura alpina consente allo scultore Willy Werginer di non temere l’incontro dirompente con gli oggetti di consumo, compagni inseparabili delle nostre vite. Anzi, proprio nel gioco del contrasto con i prodotti della società tecnologica, in questo caso i telefonini, si sprigiona un sentimento spontaneo di alleanza con la natura e di nostalgia.

La stessa nostalgia del giardino delle delizie, il luogo meraviglioso che nell’Antico Testamento ospitava Adamo ed Eva prima della rovinosa caduta nel mondo della fatica, e che Dante colloca sulla vetta del Purgatorio, metaforico punto di arrivo della mostra, con gli animali di Verginer sopra i candelabri, nel suo giardino dell’Eden. Una scelta espositiva che si struttura verso l’alto e che lascia intendere come per evolvere verso il meglio di noi, come nel Purgatorio dantesco, il sentiero sia in salita. Un’immagine che assume un significato al presente: non siamo forse chiamati alla sfida di un cambiamento radicale, che ci consenta di ritrovare un punto di equilibrio, decisamente perduto, con il nostro giardino-pianeta?

«Accanto al capriolo, all’asino, al corvo, all’orso – scrive la curatrice Roberta Bonazza nel catalogo, targato Vanillaedizioni – c’è spazio per gli ultimi esemplari rimasti di leopardo dell’Amur, non più di una cinquantina; per l’elefante di Sumatra, una delle specie più a rischio del pianeta; per l’orso polare, che sotto le zampe sente sciogliersi i ghiacci; per le tartarughe marine, che scambiano per cibo la plastica che galleggia nell’oceano; per il rinoceronte di Giava, forse il grande mammifero più raro del mondo».

Il cappello rosa che copre lo sguardo dell’uomo scolpito da Verginer è il cappello che indossiamo tutti. Un oggetto che onoriamo ogni giorno sugli altari della nostra contemporaneità e che gli stessi altari laterali della chiesa ci offrono nella sua scomposizione. Una teoria di telefonini, luccicante e ripetitiva, che perde smalto nel tempo, spegnendosi in un grigio, funesto alveare, dove non c’è traccia dell’operosità delle api e delle loro dolcezze. Per vedere a campo aperto dobbiamo toglierci dai nostri adorati schermi e accettare la sfida del reale, ritrovando la preziosità del nostro sguardo e il coraggio di salire il nostro Purgatorio, cambiando abitudini.

Willy Verginer. Il giardino perduto, veduta della mostra, Chiesa di San Barnaba, Bondo, foto: Egon Dejori

C’è da mettersi in cammino: non più uno scendere, un indolente e passivo lasciarsi cadere, ma un lavorare consapevolmente e attivamente per il nostro pianeta, riscoprendo la perseveranza dell’asino che lavora e il fiato del capriolo che corre. Un cammino che si intraprende partendo anzitutto da una viva forza di volontà, da un desiderio di armonia. Un passo paziente, invece del tocco magico sul display. Willy Verginer, capace di intuire la sostanza delle cose e di sfrondarla da ogni sovrastruttura, traccia una sentiero che invita a resistere. Le sculture che l’artista ha dedicato a questa avventura, con la loro presenza propongono una via.

 

Willy Verginer. Il giardino perduto.
Purgatorio e Antropocene

a cura di Roberta Bonazza
una mostra promossa dal Comune di Sella Giudicarie dentro il circuito di Galassia Mart. In collaborazione con l’Apt Azienda per il turismo di Madonna di Campiglio e la Galleria Studio d’Arte Raffaelli di Trento.

Catalogo: Vanillaedizioni

15 luglio – 28 agosto 2022

Chiesa di San Barnaba
Bondo, frazione del comune di Sella Giudicarie

Orari: 10.30 -12.00/ 17.00-19.00/ 20.00-22.00 tutti i giorni tranne il lunedì.
Ingresso libero

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