BOLZANO | Goethe2 | 7 febbraio – 21 marzo 2014
di GABRIELE SALVATERRA
Lois Anvidalfarei (1962) è uno scultore altoatesino ben noto per la sua scultura figurativa, di solido impianto tradizionale, incentrata sulla figura umana e sull’anatomia del corpo. Nella sua poetica l’interesse verso l’uomo non è solamente dettato da un intento volumetrico ma ha anche caratteristiche spirituali, tese a scandagliare la natura della condizione umana.
Le sue figure, anche quando non presentano alcun riferimento religioso, sembrano infatti avere un legame con la Passione biblica nei suoi aspetti più popolari e autentici, presentando l’immagine tormentata di uomini di dolore intrappolati nelle maglie della vita.
Anvidalfarei indugia così senza falsi pudori sulle parti che definiscono l’animalità e la grettezza dell’uomo, riducendo la figura a semplice sistema digerente e riproduttivo, macchina di sofferenze che ripete le sue funzioni primarie nel trascurabile intervallo dell’esistenza. L’uomo è un tozzo guanto riempito di materia, flaccido ma dalla superficie scabra, tutta ferite e abrasioni, che non può fare a meno di suscitare pietà.
Negli ultimi anni lo scultore ha cominciato a dare ai propri lavori un aspetto installativo, inserendoli all’interno di quelle strutture tubolari che vengono normalmente utilizzate nella realizzazione di impalcature da costruzione. Alla galleria Goethe2, Anvidalfarei dà vita a una grande installazione, vera e propria opera da interpretarsi nella sua totalità, dove le strutture tubolari coprono l’intero spazio espositivo e le sculture vi si inseriscono come corpi imprigionati e costretti. Anche il folto pubblico che affolla il vernissage si ritrova in una condizione simile e l’effetto claustrofobico di questo tutto pieno costringe il visitatore allo stretto tragitto che percorre l’installazione dall’interno.
I fruitori diventano quindi parte dell’opera, in un approccio partecipato in cui è possibile condividere la condizione delle sculture e toccare con mano l’effetto a cui mira l’artista. Nella comunanza con i corpi che circondano l’osservatore, in stato di caduta, racchiusi in posizione fetale, abbandonati esausti sull’intrico strutturale, nasce la consapevolezza di essere parte di una simile commedia, ingabbiati in maniera forse meno visibile ma ugualmente determinante.
Si dice spesso che l’arte muoia di libertà. Il lavoro di Anvidalfarei insiste sulla condizione di prigionia dell’uomo, ripiegato su se stesso nel tentativo di proteggersi da insidie che non possiamo vedere, ma che si percepiscono distintamente.
Lois Anvidalfarei: “Conditio Humana”
7 febbraio – 21 marzo 2014
Goethe2
Via Cappuccini 26, Bolzano
Orario: da lunedì a venerdì 10.00-12.00 e 15.00-19.00
Ingresso libero
Info: + 39 0471 975461
info@galleriagoethe.it
www.galleriagoethe.it