MODENA | Galleria Mazzoli | Fino al 28 novembre 2015
di LUCIA LONGHI
La Galleria Mazzoli di Modena sta per chiudere la collettiva The morning I killed a fly: cinque giovani artisti, diversi per provenienza e percorso, sono accomunati da una pratica artistica che si sofferma sull’osservazione del mondo nelle sue manifestazioni reali e potenziali, e che interviene su di esso come tentativo di una nuova forza creatrice, mettendo in evidenza il processo del divenire.
Shigeo Arikawa, Christian Fogarolli, Jared Ginsburg, Stéphanie Saadé, Oscar Santillan, partendo dai versi del poeta americano Michael Dickman “come siamo nati / Creati per osservare tutto ciò che non abbiamo creato”, si posizionano come osservatori privilegiati di un mondo che essi non hanno creato, e raccontano di altri possibili mondi, altre possibili creazioni ad opera dell’essere umano, forza creatrice e distruttrice, mostrando ciò che è già esistito ma ora esiste solo nella memoria o, addirittura, ciò che ancora non esiste.
La concezione leibniziana dell’uomo come paradigma per la conoscenza delle scienze e del mondo viene evidenziata, tesa in ogni suo limite, fino ad essere, talvolta, spezzata.
Ne sono prova le sperimentazioni di Oscar Santillan, in cui l’uomo e il suo intervento sono sottratti dalle manifestazioni della natura: l’uomo osserva gli effetti della sua stessa assenza, come nell’opera Le Monde (2015), in cui l’inchiostro è stato estratto dall’intero numero del giornale, per poi essere condensato tutto in una piccola sfera posta su un angolo di ciò che rimane di esso: fogli bianchi, liberati dalla parola dell’uomo. L’assenza è presentata anche nell’opera A year of nottingness (2015), in cui sono disposte alcune pagine del diario della moglie di Darwin: quelle in cui non ha annotato niente.
L’artista modifica forme scelte della natura, nel tentativo di sostituirsi al creatore ed allo stesso tempo sottrarsi alla creazione.
Fogarolli interviene sulla forma naturale degli insetti stecco: ibridandoli a dei rami, imita il processo di rigenerazione degli arti proprio di questa specie, forgiando dei nuovi esseri “più naturali del naturale” (Artefice, 2015). Jared Ginsburg modifica il corpo umano, deformandone gli arti nei suoi tanto buffi quanto inquietanti pupazzi di stoffa
Il tempo sembra essere protagonista di questa mostra: la sua misurazione, scomposizione, alterazione, osservazione, il suo utilizzo per ricordare o dimenticare, la sua potenza creatrice.
Shigeo Arikawa si sofferma a lungo a osservare il riflesso degli astri sugli specchi d’acqua effimeri creati dalla pioggia, tracciando una nuova mappa astronomica al contrario.
Stephanie Saadé affida alla memoria passata un ritratto fotografico completamente coperto da uno strato d’oro (Golden memories, 2015); in Accelerated time (2014), invece, iberna l’istante in cui il vaso, presentato a terra in frantumi, è andato in pezzi. Lo spettatore si trova così davanti a un oggetto reale, ma che fa pensare ad un fermo immagine di una scena ancora in corso.
Jared Ginsbourg in Picture notes, mnemonics (2014) ci mostra immagini stampate su carta termica, condannate quindi dal tempo a scomparire per sempre dalla nostra vista.
Ogni opera rende evidente il processo della sua creazione, trasudando un senso di incompletezza, quasi fossero state immortalate nel pieno divenire del momento creativo anziché esibirne il risultato finale.
Si tratta di una mostra dai toni delicati, un percorso lento, perché lento e meticoloso è stato il processo che ha richiesto la creazione delle opere presentate: una raccolta di oggetti collezionati dal mondo, o creati dal mondo stesso, sottoposti agli occhi indagatori e curiosi degli artisti, artifici di una natura dominatrice, e artefici di una nuova natura.
Al termine del percorso si torna nel mondo reale, in cui si svolge quotidianamente lo sconcertante miracolo della creazione per opera dell’uomo, e ci si domanda se è davvero questo il “migliore dei mondi possibili”.
The morning I killed a fly
Shigeo Arikawa, Christian Fogarolli, Jared Ginsburg, Stéphanie Saadé, Oscar Santillan
a cura di Chiara Ianeselli
19 ottobre – 28 novembre 2015
Galleria Mazzoli
via Nazario Sauro 62, Modena (MO)
Info: +39 059 243455
info@galleriamazzoli.it
www.galleriamazzoli.it