MERANO (BZ) | Kunst Meran/Merano Arte | 27 giugno – 20 settembre 2015
di SILVIA CONTA
A Kunst Meran/Merano Arte una grande mostra con centoventi opere di Francesca Woodman (Denver, 1958 – New York, 1981) e Birgit Jürgenssen (Vienna, 1949 – Vienna, 2003), a cura di Gabriele Schor, è il frutto di una nuova collaborazione con la Sammlung Verbund di Vienna, con la quale l’istituzione meranese aveva già lavorato nel 2013 per la mostra dedicata alle opere giovanili di Cindy Sherman. In questa occasione, oltre ad un prezioso e nutrito gruppo di lavori della Woodman, Kunst Meran/Merano Arte porta per la prima volta in Italia una retrospettiva dedicata alla ricerca della Jürgenssen, e prosegue, così, il suo percorso di valorizzazione della fotografia del Novecento, nel quale ha celebrato anche Man Ray, Boris Mikhailov, Urs Lüthi, Eliott Erwitt e Ugo Mulas.
Tutte le opere ora esposte provengono dalla Sammlung Verbund di Vienna, a cui vanno aggiunti alcuni prestiti degli eredi per quanto riguarda i lavori della Jürgenssen. Il centro di ricerca e collezione austriaco, ha sede a Vienna e, fondato nel 2004, é attivamente impegnato nella raccolta di opere dagli anni ’70 in poi, con varie sezioni, tra cui si distingue quella dedicata all’Avanguardia femminista con opere di Eleanor Antin, Renate Bertlmann, Valie Export, Ana Mendieta, Hannah Wilke, e molte altre artiste, in cui spiccano in nuclei dedicati e Francesca Woodman e a Birgit Jürgenssen. Di quest’ultima la Sammlung Vebund, con cinquanta lavori, è l’istituzione con il maggior numero di opere in collazione e ricopre quindi un ruolo fondamentale nella riscoperta della sua ricerca.
La Woodman e la Jürgenssen non si sono mai incontrate in vita, così come i loro lavori non si incontrano mai nel percorso espositivo, anche se ricco di voluti rimandi e raffinati agganci tra le opere. La scelta di volerle insieme in questo evento espositivo deriva dai parallelismi estetici e concettuali che possono essere individuati nelle loro ricerche e nel fatto che esse rappresentano due momenti imprescindibili – e pressoché contemporanei tra loro – di quella che Gabriele Schor, direttrice della Sammlung Verbund e curatrice della mostra, definisce Avanguardia Femminista degli anni Settanta. I maggiori punti di contatto – come sottolinea Kunst Maeran/Merano Arte – sono “la messa in scena del soggetto, la fragilità dell’esistenza umana e soprattutto il confronto critico con la tematica del corpo femminile nell’espressione artistica. Le fotografie performative realizzate dalle due artiste sono state scattate nella sfera protetta dell’atelier, solitamente utilizzando l’autoscatto. Entrambe si sono avvalse di pratiche di matrice surrealista per emancipare il loro linguaggio espressivo e hanno utilizzato il corpo come strumento formale per interrogare e mettere in discussione il proprio essere e la propria identità, ma anche per delineare una nuova immagine della donna. Il corpo nella loro opera è concepito tutt’altro che come “natura” o “oggetto sessuale”, è opera d’arte in sé”.
Per la mostra il primo piano della sede di Kunst Meran/Merano Arte è interamente dedicato a Francesca Woodman e ospita 75 fotografie, in bianco e nero, di cui 20 esemplari d’epoca, mai esposti in Italia, accompagnate da alcune rare diapositive a colori e da un video. Attraverso queste opere emerge l’intensità e la portata della ricerca della Woodman, circoscritta al brevissimo arco di soli nove anni, dal 1973 al 1981, anno della tragica morte dell’artista. La sezione a lei dedicata si apre con una delle sue primissime fotografie, realizzate all’età di tredici anni e prosegue con scatti che giungono al 1980.
La selezione di immagini conduce in un viaggio particolarmente intenso nell’opera dell’artista, anche grazie all’elevato numero di immagini esposte insieme, che raramente si raggiunge in una mostra. È così possibile apprezzare la grandezza di una delle figure più importanti delle fotografia contemporanea, quella sua ricerca insaziabile mediante cui la Woodman si immerge con infinita grazia e naturalezza in varie tematiche comuni alla sua epoca, dalla soggettività femminile alla fotografia concettuale, dalla performance alla scoperta del corpo come espressione artistica, ma in un modo reso unico e irripetibile dalla sua perfetta padronanza del mezzo fotografico.
Più irriverente e dissacrante, l’austriaca Birgit Jürgenssen nata un decennio prima della Woodman, trova a Merano la sua prima mostra in Italia e, per questo motivo, il percorso espositivo è pensato per presentare la grande eterogeneità dei medium impiegati nella sua ricerca attraverso 44 opere, tra fotografie in bianco e nero e a colori, polaroid, rayogrammi, cianotipi, disegni, sculture (i celebri “oggetti scarpa”) e lavori realizzati con la stoffa in un percorso espositivo che occupa due piani del palazzo. Artista considerata una delle maggiori rappresentanti dell’Avanguardia femminista internazionale, nata a Vienna nel 1949, a Parigi, a diciassette anni, entra in contatto con il Surrealismo, attraverso cui scopre la psicoanalisi di Freud, l’etnologia e la critica sociale, che divengono elementi portanti della sua ricerca. Negli anni Settanta realizza la nota Schuhwerk (“opera scarpa”) e numerosi fotografie e disegni sul tema della donna nella società. Dal 1982 al 2003, anno della sua morte, insegna fotografia all’Accademia di Belle Arti nella capitale austriaca. “Il lavoro dell’artista austriaca – spiega l’istituzione meranese – “ruota attorno al corpo femminile che appare nelle sue metamorfosi, ora mascherato, ora frammentato, ora antropomorfo, e riflette con ironia e spirito surrealista sugli stereotipi sessuali e di genere, sui pregiudizi e malintesi della vita quotidiana. Negli anni Settanta la Jürgenssen ha affrontato anche tematiche di matrice femminista e di critica sociale, confrontandosi in special modo con uno slogan tipico di quegli anni quale “il personale è politico”.
La sua ricerca è stata riscoperta dal pubblico internazionale grazie alla pubblicazione della più completa monografia a lei dedicata realizzata dalla Sammlung Verbund, dopo la quale i suoi lavori sono entrati in importanti collezioni tra cui quelle del MoMa di New York, della Tate Modern di Londra, del Centre Pompidou di Parigi e del Belvedere di Vienna.
FRANCESCA WOODMAN & BIRGIT JÜRGENSSEN
Opere dalla COLLEZIONE VERBUND
A cura di Gabriele Schor, direttrice della COLLEZIONE VERBUND, Vienna
27 giugno – 20 settembre 2015
Merano Arte – Edificio Cassa di Risparmio
Portici 163, Merano (BZ)
Orari: 10.00 – 18.00, lunedì chiuso
Info: www.kunstmeranoarte.org