Sabato 5 ottobre torna la Giornata del Contemporaneo.
Questa nona edizione coinvolge i 26 musei associati AMACI e oltre 800 aderenti (+5% rispetto al 2012) su tutto il territorio nazionale, che organizzeranno più di 1000 attività in programma (+10% rispetto al 2012), con l’obiettivo di superare i 230.000 visitatori della scorsa edizione.
È Marzia Migliora l’artista che AMACI, l’Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani, ha scelto per realizzare l’immagine guida della Nona edizione della Giornata del Contemporaneo.
Aqua Micans è il titolo dell’immagine realizzata per la Nona Giornata del Contemporaneo da Marzia Migliora. Lo scatto fotografico, realizzato in situ, ritrae alcune portatrici d’acqua mentre attraversano il Grande Cretto di Alberto Burri a Gibellina. Con questa fila di donne, impegnate in un’azione quotidiana e vitale, Marzia Migliora ha scelto di riprendere e ripetere la rituale solennità di un gesto antico e uguale in tutto il Sud del mondo: trasportare un’anfora sul capo o sulle spalle, percorrendo un paesaggio duro e desolato. L’artista ha voluto come protagoniste della sua azione un gruppo di donne di Gibellina, discendenti di coloro che abitavano le case distrutte dal tragico terremoto del 1968, le cui macerie sono oggi celate e custodite sotto il manto del Grande Cretto di Alberto Burri. La loro presenza va dunque oltre al compimento di una performance, per rinsaldare al contrario il legame profondo ed emotivo con il luogo.
Il titolo Aqua Micans è tratto dal romanzo Locus Solus di Raymond Roussel: è un titolo ispirato alle virtù di quel liquido che lo scrittore francese voleva capace di riportare in vita gli esseri umani. L’acqua, bene comune per eccellenza, diventa nell’immagine di Marzia Migliora elemento di vita, sopravvivenza e salvezza, mentre la figura della portatrice d’acqua si fa simbolo di un atto di cura.
La scelta dell’artista di ambientare l’immagine all’interno del Grande Cretto di Burri, una delle opere d’arte contemporanee più importanti del nostro patrimonio, nasce dal suo significato e dalla sua straordinaria forza espressiva. Il Grande Cretto, che si estende sulle rovine di Gibellina per dieci ettari, appare come un labirinto di fratture sul terreno, un ambiente che rinvia alla siccità come assenza di vita. L’immagine coniuga in sé la forza del monumento alla memoria e la vitalità della produzione artistica in grado di comunicare con intatta potenza anche a distanza di molti anni.
Per il programma completo e il dettaglio delle attività in programma consultare il sito: www.amaci.org