BOLOGNA | Galleria OltreDimore | 30 novembre 2012 – 19 gennaio 2013
Intervista a NICOLA EVANGELISTI e OLIVIA SPATOLA di Luisa Castellini
Il “la” è la campanella della Borsa di Wall Street. Seguono le grida e poi una pioggia, inarrestabile, di monete. Il tutto cullato, non senza un ragionevole spiazzamento, dai mantra tibetani. È questa stratificazione sonora che ci accoglie nella Galleria OltreDimore di Bologna. Sonorità sulle quali, volenti e nolenti, ci innestiamo anche noi, con la nostra stessa presenza di soggetti di fronte a un oggetto: si tratta infatti di parte di un’installazione interattiva ove il suono genera in tempo reale la videoproiezione di una moneta. La nostra: l’euro. La stessa moneta è visualizzata nella sua forma intera ed esplosa tramite un doppio ologramma che fa parte di un’installazione in acciaio e plexiglass. Ieri come oggi sono l’economia e la guerra, divenute sempre più inodori, ineffabili, intelligenti e virtuali (come l’ologramma: splendido e seducente simulacro postmoderno) le braccia del potere. Con cui si costruisce, anche qui a “suon”, ma di bossoli, la pace e tutto il resto, crisi (economica: collettiva e personale) compresa, come si intuisce dalle sculture in ottone intorno alle quali possiamo tentare di tessere architetture “altre”, in primis di pensiero, reale o virtuale che sia. Ne abbiamo parlato con Nicola Evangelisti e con la curatrice della mostra, Olivia Spatola.
Dove affonda le radici questa mostra che per coerenza pare un’opera unica?
Nicola Evangelisti: Nasce da una riflessione sulla trasformazione della società occidentale, che ha subito una netta accelerazione dopo l’11 settembre 2011. Messa da parte l’illusione di sicurezza e inviolabilità alla guerra, al terrorismo ha corrisposto una ridondanza mediatica e quindi di controllo, dove questo non è mai solo ma sempre legato all’economia. Con il mio lavoro indago quindi lo stato emotivo e psicologico contemporaneo, che è molto sfaccettato e sfuggente.
Spread, Democracy… perché queste parole scritte con i bossoli di fucile?
N.E.: Perché oggi la democrazia si impone con la guerra. Siamo tornati in più di un senso ai tempi dei Romani: fare la guerra fuori – leggi oggi: preventiva – per avere la pace dentro l’impero. Con la minaccia dell’aggressore che diventa arma di controllo in un giro continuo. Così spread, euro, crisi, sono le parole della comunicazione mediatica di una società in cui l’economia virtuale e reale si affiancano, ora, ci appare chiaro, a scapito della seconda. Reale e virtuale sono due forme di realtà il cui confine è labile: ho sempre fatto ricorso a media differenti e comunque voglio restare in bilico tra scultura fisica e quanto questa si espanda nello spazio della mente.
Come si inserisce l’installazione in questo contesto?
N.E.: Si tratta di un doppio ologramma di una moneta sospesa su un’installazione che io vorrei definire un leggio del futuro in cui le informazioni non sono più scritte sulla carta ma visualizzabili in dati digitali tridimensionali e luminescenti. Ho composto un sound design di suoni provenienti dal mondo dell’economia e delle religioni. Una moneta dell’euro appare dal silenzio grazie a leggere sonorità ambientali, subisce trasformazioni e pressioni fino a esplodere per il default, uno sparo, chissà… Si parte con la campanella della Borsa di Wall Street poi ecco le grida e le monete che cadono in un ritmo sempre più frenetico. A questo si sovrappongono alcuni mantra tibetani perché la società occidentale e il capitalismo hanno portato l’uomo a confondere e sovrapporre economia, mercato e religione in una sorta di accavallamento continuo dove tutto è interconnesso.
Come si colloca, nell’ambito della ricerca di Nicola, questa mostra?
Olivia Spatola: È un lavoro nuovo – non ci saranno ad esempio le sculture luminose da parete con cui identifichiamo maggiormente la sua ricerca – nel quale però Nicola riprende alcune idee su cui stava riflettendo da tempo. Si tratta di una mostra molto organica, strutturata attraverso mezzi espressivi diversi e in strettissima relazione con lo spazio della Galleria. Possiamo a ragione parlare di un lavoro site-specific ove lo stesso tema è vissuto e innescato in modalità differenziali, tramite diversi media, ma coerenti.
Come si articola, dunque, l’esposizione?
O.S.: In mostra vi è un’installazione olografica, aggettante, molto particolare. Si tratta di un doppio ologramma, un lavoro complesso tecnicamente. La videoproiezione, tramite un software che rielabora i suoni in presa diretta, è interattiva ma si muove da due tracce distinte, sovrapposte in tempi sempre diversi. L’ologramma è simulacro, è qualcosa che non c’è fisicamente ma produce delle incidenze sul reale: esattamente come le enormi somme di denaro che il mercato azionario sposta, che sono evanescenti ma possono compromettere la vita di ognuno di noi. A questa installazione fa contrappunto un lavoro più scultoreo, strutturato con bossoli di fucile. Così come nell’installazione il suono deforma la moneta dell’euro fino a farla esplodere, nelle sculture il rapporto tra il significato della parola e i bossoli che la compongono dà vita a una processo di analisi e riflessione sulla società vessata dalla crisi e a priori dall’economia. Dove reale e virtuale in entrambi i casi si confondono.
Nicola Evangelisti. Temporary Illusions
a cura di Olivia Spatola e in collaborazione con
Galleria OltreDimore
Piazza San Giovanni in Monte 7, Bologna
30 novembre 2012 – 19 gennaio 2013
inaugurazione venerdì 30 novembre ore 18.00
Orari: mart/sab ore 11.00-13.00 ore 17.00-19.30
Info: +39 051 644953
www.oltredimore.it