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TORINO | Gagliardi Art System | 17 gennaio – 2 marzo 2013

Intervista a Paolo Consorti di Maria Cristina Strati

Fino al prossimo 2 marzo, Gagliardi Art System di Torino, presenta una mostra personale di Paolo Consorti. L’esposizione si presenta come un’ampia retrospettiva, che rivolge uno sguardo approfondito al lavoro di Consorti degli ultimi dieci anni. Tra i lavori, diversi appartengono alla serie Rebellio Patroni, già esposta in tempi recentissimi in location prestigiose come il Museo Madre di Napoli, Palazzo Reale a Milano e l’ultima Biennale di Venezia.
All’interno dell’attuale panorama artistico italiano, il lavoro di Paolo Consorti assume un ruolo assolutamente degno di attenzione e un significato di sicuro interesse. L’artista si rivela infatti in grado di coniugare, in un solo e intensissimo percorso di ricerca, aspetti della tradizione culturale italiana, spaziando con passione – ma anche con una certa dose di umorismo e senza alcun timore reverenziale – da Dante alla Bibbia, dai Santi a Elio e le Storie Tese e Giobbe Covatta.
In tal modo il lavoro dell’artista contemporaneo si identifica sempre più come una composizione di stimoli e influenze intellettuali provenienti dalle più diverse e svariate provenienze culturali. Viene in mente un noto testo di Nicolas Bourriaud di qualche anno fa: l’opera d’arte qui nasce da un lavoro di post-produzione simile a quello di un dj che fa musica mixando, rileggendo, mescolando, interpretando, creando nuove e a volte inattese sequenze logiche di immagine, in una crescente attività produttiva che è insieme acutamente ironica e intensamente mitopoietica.

Maria Cristina Strati: La mostra da Gas attraversa i momenti cruciali del tuo percorso artistico. In quali lavori o contenuti in particolare è possibile individuare il centro fondamentale della tua ricerca?
Paolo Consorti: Ciò che mi interessa è il moto ascensionale, il percorso che ognuno può compiere al suo interno. È chiaro che la spinta a salire comprende l’abisso, la deriva. Credo di essere partito da questa necessità e mi trovo a seguirne le evoluzioni. Se devo parlare di temi, l’”ascesi” è senz’altro quello che più mi appartiene e che credo, in modi differenti, attraversi tutti i momenti del mio percorso artistico di cui è senz’altro l’elemento più assoluto, la scintilla che mi spinge verso una ricerca perenne, insomma, quell’istinto che mi dice di non fermarmi. È per questo che nel mio lavoro, esistono diversi momenti, uniti tutti da quella stessa spinta. Da Gas è esposto, in una sintesi abbastanza condensata, il lavoro degli ultimi dieci anni. Infatti, accanto alla sezione più ampia della mostra – consistente in una selezione di lavori da Rebellio Patroni, la serie dei santi ribelli completata da due grandi installazioni, una dedicata a Napoli e l’altra a Milano – ho esposto, al piano superiore della galleria, alcuni dei lavori più importanti da quando è iniziata la mia collaborazione con Gas nel 2003. Dipinti e opere video che ho voluto reinventare in un’istallazione che li affianca senza un’apparente logica, come fossero appoggiati nel mio studio, uno sull’altro. In questa riedizione di vecchi lavori ho voluto condensare il mio mondo, le mie origini e le mie ossessioni. Il corpo è molto presente, proiettato in mondi impossibili e molto mentali. Direi che sono gli anni in cui il legame con la Divina Commedia e il tentativo di una sua rilettura contemporanea hanno occupato molto spazio nella mia arte, esprimendo sia il mio bisogno di toccare, attraverso il corpo, corde interiori, che la mia propensione a inventare mondi fantastici. Devo poi aggiungere che ho sempre filtrato tutto attraverso l’ironia, una delle mie peculiarità che credo si evidenzi anche maggiormente in Rebellio Patroni, la serie dei santi ribelli, con la quale ho partecipato alla Biennale di Venezia e che ho presentato al Museo Madre a Napoli e a Palazzo Reale a Milano.

Mi parli dei nuovi lavori in mostra? Quale passaggio ulteriore rappresentano nella tua ricerca?
I nuovi lavori nascono dall’avvio di un vero e proprio percorso cinematografico. Alla fine del 2012 ho iniziato a girare un lungometraggio di cui ora non voglio rivelare troppo.
I protagonisti sono comunque Erode e Caifa, interpretati da veri attori. Una delle peculiarità del film sarà quella di essere a tratti un reality. I due protagonisti si muovono infatti in contesti reali, in mezzo a non attori. Insomma ho filmato delle vere e proprie performance che però sono frammenti di un racconto maggiormente strutturato che vuole rileggere le due figure storiche proiettandole nel presente. In mostra da Gas sono presenti alcuni frame del girato. Quest’esperienza che sto vivendo si accosta ad una forma d’arte più complessa, un’opera d’arte totale, e naturalmente la mia energia creativa è fortemente alimentata da questo nuovo lavoro. Come ti dicevo sento sempre il bisogno di rinnovarmi attraverso la sperimentazione di nuovi percorsi, seguendo l’istinto artistico che mi spinge oltre il già fatto e per fortuna mi fa vivere l’arte come una partita sempre aperta!

In tutte le tue opere è presente il gioco tra cultura della tradizione popolare italiana più antica (da Dante ai Santi) e cultura odierna, magari legata al mondo dello spettacolo (penso alla presenza di Elio e a Giobbe Covatta), tra ironia ed erudizione. Come sono nati i lavori sui Santi Ribelli?
Con i Santi Ribelli ho voluto parlare in modo paradossale del presente, della decadenza dei nostri tempi. Ma volevo farlo con ironia… allora ho fuso l’amore per l’arte antica e il grande interesse per le storie dei Santi, con temi legati all’attualità, come l’immondizia di Napoli. Ho sentito l’esigenza di far entrare i santi, che per me sono performers ante-litteram, sulla scena. Di fare in modo che toccassero con una presenza surreale la realtà. Più che il mondo dello spettacolo in sé mi interessava che i performers avessero un loro timbro inconfondibile e per questo non ho voluto coinvolgere degli attori. Ad Elio, nei panni del patrono d’Italia San Francesco, ho affidato il compito di mostrare sbigottimento all’inaugurazione del Padiglione Italia della Biennale di Venezia del 2011. Volevo che la sua faccia fosse il commento al caos di quella situazione. Giobbe invece, commentando con la sua ironia, ha raccolto l’immondizia per le strade di Napoli compiendo poi il miracolo della trasformazione della “munnezza” in oro. Ho voluto incrociare alto e basso, l’iconografia antica, le vite dei Santi con le tradizioni popolari e il vero e proprio culto dei santini. Infatti accanto alle performances ho creato dei santini ingigantiti che ora sono esposti in questa mostra e che sono riferiti a diverse città italiane con i lori patroni. In Rebellio Patroni la cultura popolare e quella alta della tradizione pittorica italiana si fondono con un interesse per il sociale e l’attualità, aggiungendo delle sfumature nuove al mio percorso.

Paolo Consorti. Anno Domini

17 gennaio – 2 marzo 2013

Gagliardi Art System
via Cervino 16, Torino

Orari: da martedì a sabato dalle 15.30 alle 19.30 o su appuntamento
Info: +39 011 19700031
www.gasart.it
gallery@gasart.it

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