BOLOGNA | Premio Euromobil under30 | 2016
Intervista a L’orMA di Francesca Di Giorgio
Lo abbiamo incontrato ad Arte Fiera, sabato pomeriggio, fresco di nomina. L’orMA (al secolo Lorenzo Mariani) giovane artista milanese, tra pochi giorni compirà 31 anni, ha vinto il Premio Euromobil under 30 con l’opera Adam and Eve un premio assegnato da una giuria quest’anno composta da Gaspare, Antonio, Fiorenzo e Giancarlo Lucchetta, titolari del Gruppo Euromobil e collezionisti d’arte, Claudio Spadoni e Giorgio Verzotti, direttori artistici di Arte Fiera, Beatrice Buscaroli critico d’arte, Aldo Colonetti, direttore scientifico IED e Cleto Munari, designer. Segretario della Giuria: Roberto Gobbo.
Mentre è ancora in corso la votazione del Premio del pubblico (fino a lunedì 8 febbraio ore 12.00) abbiamo scambiato due chiacchiere con L’orMA che prima di raccontarci qualcosa in più sull’opera vincitrice ci tiene a ringraziare la giuria e chi lo ha sostenuto fin dall’inizio come Paola Veronesi di Spazio Testoni sua galleria di riferimento…
Di quali elementi si compone l’opera/installazione Adam and Eve e quale relazione intrattiene con i tuoi lavori precedenti?
Da qualche anno il mio lavoro si concentra sull’attuale coabitazione del mondo “natuale” e del mondo virtuale, dove quest’ultimo sta diventando in un certo senso “più concreto del concreto”.
Adam and Eve nasce all’interno di questa ricerca: si presenta al pubblico quasi come un ologramma, una luminosa immagine 3D all’interno di uno schermo nero, ma si tratta invece di un’opera realizzata interamente con elementi naturali; ho utilizzato una pianta di nome tragopogon, il cui frutto ricorda il classico soffione di tarassaco ma raggiunge dimensioni molto maggiori (il diametro è di circa 12 cm); partendo dal presente ho voluto fare un passo indietro alle origini (da qui il titolo Adamo ed Eva) unendo i due frutti di tragopogon in modo tale che essi si trovino in uno stato di perfetta unione; l’assenza di radici richiama una misteriosa Origine e i due frutti traggono nutrimento l’uno dall’altro, esistono in funzione l’uno dell’altro. La loro caratteristica è di essere una carica prolifica, pronti a diffondere le centinaia di semi che li compongono.
La foglia, ad esempio, è un elemento ricorrente, significato e significante, per il tuo lavoro…
Le foglie sono un soggetto ricco di spunti per la mia ricerca; le scelgo per le loro caratteristiche di fragilità e di evanescenza, che metto a confronto con l’attuale realtà virtuale in cui viviamo, dove con un click è possibile cancellare l’intera memoria di anni.
Trovo interessante anche la loro complessa struttura matematica, per questo prima di lavorarle le lascio macerare per giorni fino a scorporarle e mostrarne lo scheletro interno; presentano un codice estremamente complesso e indecifrabile, ma naturalmente perfetto, con dei confini non oltrepassabili; un’intreccio impressionante che però al nostro sguardo risulta disordinato; intervengo dunque su questa struttura mettendola in discussione, rielaborandola, perfezionandola secondo quelli che sono gli schemi di un mondo ormai basato sulla scienza e sul mondo virtuale. La mia non vuole essere una denuncia, semplicemente indago l’attuale coesistenza di due mondi tanto diversi ma che nonostante tutto riescono a fondersi con sintonia. Questo mi affascina, a volte mi stupisce proprio il fatto che tutto ciò faccia ormai parte del nostro modo di essere senza stupirci.
Come hai incontrato la specie vegetale del Tragopogon? Perché l’hai scelta?
Dunque, l’incontro con i frutti di tragopogon è stato alquanto particolare! Stavo lavorando da qualche mese con i soffioni di tarassaco quando un giorno in montagna ho visto alcuni di questi giganteschi soffioni. Me ne sono subito innamorato perché ho immediatamente percepito la loro forza espressiva. Ne ho raccolto qualche esemplare, quelli che sono riuscito, ma da lì a poco sono dovuto rientrare a Milano (dove vivo) perché ero invitato a una cena da amici, pensando che nei giorni successivi avrei rifatto il viaggio per raccoglierne altri. Proprio fuori dalla casa dove si teneva la cena ho però stranamente rivisto una colonia di queste piante! La cosa mi ha lasciato stranito in quanto non li avevo mai visti prima… soprattutto non a Milano, ed era la seconda volta che mi si presentavano davanti! Li ho quindi recuperati tutti, ma la cosa interessante è che nei giorni successivi ne ho cercati altri per tutta la città ma non ne ho trovato più neanche uno, come se quelli raccolti si fossero presentati apposta!
I lavori sembrano fluttuare sospesi all’interno di teche nere dall’aspetto molto teatrale. Sembra un’esposizione di naturalia da museo delle scienze ma che rivela un “inganno” ad una visione più attenta…
Eh eh sì, l’aspetto “teatrale” effettivamente è una componente importante in questi lavori! Essi devono creare attrazione nello spettatore, quest’ultimo si trova spaesato, percepisce che “qualcosa non torna”!
Chi li vede per la prima volta non capisce come siano fatti, mi domanda se si tratta di fotografie 3D, di ologrammi, se i soggetti siano resinati sotto un gel. Eppure percepiscono che non è così, perché in fondo ciò che hanno davanti non sono altro che foglie e soffioni! Ciò che intriga ancor di più lo spettatore è il rendersi conto che questa situazione di dubbio, di smarrimento, in fondo è affascinante, piacevole, proprio come il dolce inserimento nel mondo dei social network, di internet, nel virtuale, un mondo così innaturale e al tempo stesso così piacevolmente attraente.
Non trovi curioso che in questi giorni di pieno dibattito su chi e cosa sia degno di chiamarsi famiglia e considerarsi “coppia” sia stato assegnato un premio ad “Adamo ed Eva”?
Nella scelta dell’opera da candidare ci avevo pensato, ad essere onesto ho dovuto ragionare anche molto sulla scelta del nome proprio perché non volevo creare fraintendimenti. Sono giorni in cui questo dibattito è infuocato e non volevo correre il rischio che l’opera in concorso fosse trasformata in un “furbo” messaggio politico che la rendesse interessante giusto per questo; nonostante si tratti di un argomento delicato e importante la mia opera non nasceva da questo dibattito, può diventare spunto di riflessione certo, ma è frutto di una ricerca ben più ampia che credo sia stata percepita e apprezzata dalla giuria.
L’orMA. Adam and Eve
Galleria di riferimento Spazio Testoni, Bologna
Premio Euromobil under 30 2016
sez. giuria X edizione
Arte Fiera Bologna 2016
Info: www.artefiera.it
www.gruppoeuromobil.com
www.spaziotestoni.it