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CHIETI | AUDITORIUM CIANFARANI, MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE “LA CIVITELLA” DI CHIETI | IL RESOCONTO

Intervista a ROSANGELA GUERRA di Miriam Di Francesco

Quello che l’archivistica può fare: Matteotti nella storia e nelle carte d’Archivio, promossa dall’Archivio di Stato di Chieti, è il titolo della tavola rotonda che si è tenuta, lo scorso sabato 14 settembre, nell’Auditorium “V. Cianfarani” del Museo Archeologico Nazionale “La Civitella” di Chieti. Non ci sono precedenti per l’incontro che ha visto la partecipazione di relatori e ospiti del territorio nazionale tra archivisti, docenti, ricercatori universitari e liberi professionisti con l’obiettivo di “fare il punto” sullo stato di avanzamento dei lavori nel campo della ricerca storiografica del Ventennio fascista. La tavola rotonda si inserisce all’interno delle celebrazioni per il centenario dell’assassinio dell’Onorevole Giacomo Matteotti, il cui processo fu svolto a Chieti e che, proprio la cittadina abruzzese, conserva molte delle fonti rimaste inesplorate e mai prima ad ora digitalizzate e messe a disposizione dei ricercatori.
Quando nel 2023 Rosangela Guerra ha preso servizio nell’Archivio di Stato di Chieti in qualità di direttrice, è parso subito chiaro l’intento di apportare una serie di migliorie, al fine di investigare un periodo storico per lungo tempo rimasto sommerso. Ne ho parlato con Rosangela Guerra, ideatrice dell’evento e prima sostenitrice di un rinnovamento culturale per la città di Chieti e l’archivistica in generale. Quello che l’archivistica può fare: Matteotti nella storia e nelle carte d’Archivio è stato solo il primo traguardo di una lunga serie di progetti che si vorranno realizzare in futuro.

Rosangela Guerra, ideatrice della Tavola Rotonda.

Il titolo della tavola rotonda è già una dichiarazione di programma: cosa può fare l’archivistica?
Sì, il titolo della tavola rotonda Cosa l’archivistica può fare è già una dichiarazione di programma in quanto vuol rappresentare il fondamentale lavoro degli archivisti nel preparare le fonti, affinché divengano oggetto di ricerca storiografica condotta secondo una corretta metodologia. L’archivista, figura assolutamente super partes, “mette in ordine” i documenti rispettando il cosiddetto “metodo storico”, ovvero i criteri secondo cui le carte si sono sedimentate nel tempo, che vengono applicati ed esplicitati al pubblico mediante la produzione dei cosiddetti “strumenti di ricerca”, quali inventari, guide, elenchi.

Quali sono stati gli obiettivi raggiunti negli anni in cui è stata direttore dell’Archivio di Stato di Chieti?
In realtà sono stata direttore per un solo anno, ma gli obiettivi raggiunti sono stati diversi, altri obiettivi, come la tavola rotonda, li ho portati a termine come già direttore, grazie alla disponibilità della dott.ssa Maria Amicarelli che mi ha sostituita a partire dal 25 marzo 2024. Ad ogni modo, nell’arco di un anno della mia direzione, ho riorganizzato l’Archivio di Stato di Chieti sia dal punto di vista del personale che da quello dell’innovazione tecnologica che dell’organizzazione degli spazi e degli arredi. L’Archivio di Stato di Chieti è stato dotato di una rete LAN, di nuovi PC, di Server, di arredi a norma, di servizio Wi-Fi; sono stati realizzati interventi di pulizie straordinarie dei depositi, nuova segnaletica, guida ai fondi archivistici con indicazioni topografiche, attività laboratoriali con le scuole del posto mediante un protocollo di intesa con il club UNESCO di Chieti, interventi di restauro di volumi, catalogazione dei periodici, digitalizzazione delle carte del processo Matteotti e inventariazione dell’archivio del Partito Nazionale Fascista, sezione Chieti, che in Italia non ha precedenti.

Opuscolo anonimo sull’assenza delle opposizioni a Chieti durante lo svolgimento del Processo Matteotti, 1926.

C’è stata una consegna di testimone alla direzione dell’Archivio di Stato di Chieti con Maria Amicarelli. Vi lega una comunione d’intenti nel proseguire il lavoro da lei intrapreso. Dunque, cosa può ancora fare l’archivistica?
Sì, senz’altro ci lega una comunione d’intenti nel proseguire il lavoro da me intrapreso perché siamo entrambe archiviste e quindi sentiamo molto il dovere di lavorare alle fonti documentali ai fini della ricerca storiografica.

Da quest’anno si è raggiunto un Protocollo d’Intesa di durata triennale tra l’Archivio di Stato di Chieti e le università abruzzesi di Chieti, Teramo e L’Aquila. Cosa significa questa nuova rete e perché è tanto importante?
Questa rete è importante perché crea il cosiddetto “Sistema Abruzzo”, ovvero un’alleanza fra le forze abruzzesi in campo di ricerca storiografica, di “intelligenze” che punta a fare dell’Archivio di Stato di Chieti un Polo di riferimento per l’archivistica e la metodologia di ricerca storiografica d’eccellenza, vista la cospicua e importante documentazione che conserva.

Paolo Marchetti, docente Università di Teramo. Riccardo De Robertis, assegnista di ricerca Università di Teramo. Jacopo Bassetta, dottorando di ricerca Università Leonardo da Vinci.

La tavola rotonda rientra fra le celebrazioni in onore del centenario della morte dell’onorevole Matteotti, L’evento in suo onore cosa rappresenta per Chieti e per l’Abruzzo?
L’evento in onore del centenario della morte dell’onorevole Matteotti rappresenta per Chieti un’occasione formidabile di visibilità non solo per l’Archivio di Stato, ma anche e soprattutto per il territorio teatino e abruzzese tutto, sotto ogni punto di vista, culturale, economico, sociale, turistico. La risposta della realtà locale è stata importante, a dispetto dell’ambiguo appellativo di “Chieti città camomilla”, che da oltre un secolo come una nube nera aleggia sulla città. Sono certa che ci saranno nuove prospettive di ricerca storiografica che porteranno a rivisitazioni storiche a mio avviso dovute.

Quale valore aggiunge al ruolo dell’Archivio di Stato in ambito nazionale e quali nuovi propositi emergono da questa tavola rotonda?
Il grande valore che aggiunge al ruolo dell’Archivio di Stato di Chieti in ambito nazionale è quello di farlo diventare un polo di eccellenza sia in ambito archivistico che storiografico, in merito al ventennio fascista, periodo praticamente inesplorato, anche a livello nazionale. Ecco qual è il nuovo proposito che emerge da questa tavola rotonda: la necessità di approfondire gli studi su un periodo della storia italiana fatto di luci e ombre, come tutti, per il semplice motivo che la verità va cercata ovunque! Nel momento in cui noi tutti siamo a conoscenza della verità, siamo donne e uomini liberi, grazie alla cultura, e, per questo, siamo messi nella condizione di crearci una nostra opinione in maniera senz’altro più critica e consapevole. Da qui la necessità di iniziare nuovi progetti di ricerca e di alleanze perché un paese che non fa progetti è un paese che non cresce!

Veduta del pubbico di “Quello che l’archivistica può fare: Matteotti nella storia e nelle carte d’Archivio”, Chieti

Quello che l’archivistica può fare: Matteotti nella storia e nelle carte d’Archivio
14 settembre 2024
Auditorium “V. Cianfarani” – Museo Archeologico Nazionale “La Civitella”, Chieti

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