Spazio Ferramenta.
Torino
di Francesca Di Giorgio
A Torino ha aperto un nuovo spazio culturale. Nell’insegna leggiamo Ferramenta e lì, sopra la porta d’ingresso, resta a ricordare una delle sue varie destinazioni d’uso. A ricordare, forse, che per fare cultura, prima di tutto, bisogna imparare a sporcarsi le mani, recuperare senso pratico. Un laboratorio di pensieri, parole e azioni che ha aperto in preview il 24 gennaio con uno spettacolo teatrale e, poi, ufficialmente, con la performance di Silvia Giambrone il 1 febbraio il cui lavoro sarà visibile fino al 27 febbraio. Dai tre giovani direttori artistici torinesi: Raffaella Bassi, Susanna Sara Mandice e Generoso Gene Urciuoli – il progetto culturale coinvolge in tutto un gruppo di sei persone – apprendiamo voglia di fare e un “palinsesto” da costruire anche con l’“aiuto” del pubblico…
Francesca Di Giorgio: Spazio Ferramenta fa pensare da subito ad una pre-esistenza, ad una passata vocazione del luogo… Ce ne parlate?
Spazio Ferramenta: In realtà il luogo che ci ospita ha cambiato destinazione numerose volte ed è difficile pensare a una sua “passata vocazione”. È uno spazio molto suggestivo, un antico interrato in mattoni, nei bassi di in un palazzo del XIV secolo.
Quello su cui stiamo lavorando oggi, ed è la sfida che abbiamo deciso di cogliere, è di attribuire a uno spazio che ha subito diverse metamorfosi, una nuova identità che sia forte, riconoscibile. Sopra la porta d’ingresso capeggia una vecchia insegna ferrosa: Ferramenta. Ci è piaciuta da subito. È un nome che rimanda al lavoro manuale, agli utensili, alle officine. Ci piaceva l’idea di laboratorio… noi immaginiamo Spazio Ferramenta come una fucina di idee, nella quale le emergenze della contemporaneità si confrontano e prendono forma.
Quando apre un nuovo spazio d’arte e cultura si sente la necessità forte di inserire la sua azione dentro, e per, la città in cui nasce. Cosa volete portare a Torino?
Torino è indubbiamente una città attenta alla ricerca contemporanea, gli ultimi anni lo hanno dimostrato. Possiamo quindi contare su un pubblico attento, partecipe, curioso. Rivolgersi a un pubblico già preparato, però, significa dover lavorare su proposte di elevata qualità e riuscire a proporre qualcosa che sia innovativo, insolito, originale. Gli appuntamenti di Spazio Ferramenta quindi si muoveranno su due binari paralleli: la sperimentazione e la contaminazione. Sperimentazione vuol dire novità, indagine, ricerca. Artisti e pubblico dovranno mettersi in gioco, essere pronti a immaginare nuove esperienze culturali. Contaminazione invece significa riconoscere il surplus che deriva dalla mescolanza di linguaggi diversi. Dal dialogo nascono nuovi punti di vista, l’ibridazione è una risorsa. La storia di Torino lo dimostra e, in qualche modo, restituiamo alla nostra città questo prezioso insegnamento.
Una preview di inaugurazione lo scorso 24 aprile con un «incontro/spettacolo/chiacchierata» ad ingresso libero. Il primo febbraio è stata la volta della performance artistica di Silvia Giambrone, Fuori di me. Come si è svolta la serata?
Abbiamo sperimentato, ed è andata bene, siamo davvero contenti. Silvia Giambrone ci ha proposto una performance che ha messo a dura prova lei come artista e il pubblico partecipante, turbato. In una mostra che parla del corpo, che riflette sul ruolo della donna, che narra la difficoltà di rispondere a tutte le richieste che la società contemporanea impone, l’artista si è fatta corpo. E il corpo si è fatto strumento. Giambrone si è letteralmente “fatta suonare” e partendo dal suo ritmo cardiaco i musicisti hanno costruito un’improvvisazione musicale sensazionale. Abbiamo invitato alcuni tra i musicisti più interessanti della scena italiana (Dario Bruna, Ramon Moro, Raect TJ e Generoso Gene Urcioli) e il risultato è stata avanguardia pura.
La performance è partita dal suono più ancestrale, dal ritmo della vita; per poi finire nel reactable, lo strumento elettronico più innovativo e tecnologico del mondo. Quattro musicisti, uno strumento acustico umano che vibra e produce emozioni. Da queste, ovvero dal battito cardiaco, parte la metamorfosi acustica prima del percussionista, poi del dj, poi del trombettista. Infine il reactable costruisce tappeti sonori, suoni manipolati, proposte di loop e di riff… Durante la performance si sono alternati momenti di musica e silenzi, dialoghi sonori, assoli e, soprattutto, emozioni.
Il risultato audio della performance è diventato un’installazione site-specific che sonorizza il cunicolo, uno stretto corridoio medievale in mattoni che corre parallelo a una delle pareti perimetrali di Ferramenta.
Sul vostro blog chiedete la partecipazione attiva del pubblico, quindi, oltre ad assistere a spettacoli/performance e mostre, si potrà intervenire attivamente nella vostra programmazione?
Sì, stiamo lavorando per coinvolgere pubblico e attori del mondo della cultura per immaginare insieme nuovi temi da proporre alla politica, alle istituzioni, alla gente. Vogliamo creare un polo attivo di persone che propongano idee e siano protagonisti della contemporaneità. È vero, c’è la crisi – e lo vediamo nei limiti economici che quotidianamente fatichiamo a superare – ma forse la crisi è anche il momento per fermarsi a riflettere. Chi ci ha preceduto ha troppo spesso costruito centri di potere culturale fondati sugli antagonismi e i campanilismi. La nostra generazione ha fatto di necessità virtù e ha imparato che la rete è la risorsa, che il confronto è generativo e che da soli non si va da nessuna parte. Ci interessa disegnare nuovi modus operandi e riconosciamo nella partecipazione una delle condizioni per farlo.
Nel vostro manifesto 3 parole chiave: sperimentazione, contaminazione, dialogo. Sull’onda della vostra «facoltà immaginativa» potete darci qualche anticipazione su chi accoglierà, in un prossimo futuro, Spazio Ferramenta?
In Ferramenta si alterneranno esposizioni ed eventi spot, i nostri ospiti proverranno da ambienti diversi. Inoltre avremo uno spazio interamente dedicato ai giovanissimi. Ci chiedi delle anticipazioni, ma è presto per le “confessioni”: siamo appena partiti. Per ora abbiamo preso contatto con diversi artisti e chiunque abbia visto lo spazio ne è rimasto colpito. L’idea era di partire in sordina e vedere i risultati dei primi appuntamenti. Certo, la partecipazione ha superato le nostre aspettative e ne siamo entusiasti. Proprio in questi giorni stiamo lavorando al planning, il calendario è in fase di definizione. Possiamo anticipare che nei prossimi mesi lavoreremo con auroraMeccanica, Yael Plat, Tavola26, Alessandro Scali e alcuni artisti emergenti.
Lo spazio in breve:
Spazio Ferramenta
via Bellezia 8g, Torino
Info: www.spazioferramenta.blogspot.com
Evento in corso:
Silvia Giambrone. Fuori di me
Fino al 27 febbraio
Orario: da giovedì a domenica dalle 20.00 alle 23.00 o su appuntamento
Silvia Giambrone, “Fuori di me”, 2011, still da video, photocredit Federica Borgato, Backlight